Recensioni

Doki Doki Universe

Cosa è che ci rende davvero umani? Davvero basta solo essere dei bipedi pensanti, organismi a base di carbonio composti per l’80% di acqua, per essere definiti tali? E può essere considerato umano, nel senso più stretto del termine, un qualcosa capace di uccidere i suoi simili, mosso unicamente da sentimenti oscuri come la brama o la vendetta? Domande, queste, che vengono messe in discussione in maniera in apparenza scanzonata da Doki Doki Universe, titolo dello studio indipendente HumaNature da poche ore disponibile su PS4, PS3 e PS Vita.

di: Simone Cantini

Cosa è che ci rende davvero umani? Davvero basta solo essere dei bipedi pensanti, organismi a base di carbonio composti per l’80% di acqua, per essere definiti tali? E può essere considerato umano, nel senso più stretto del termine, un qualcosa capace di uccidere i suoi simili, mosso unicamente da sentimenti oscuri come la brama o la vendetta? Domande, queste, che vengono messe in discussione in maniera in apparenza scanzonata da Doki Doki Universe, titolo dello studio indipendente HumaNature da poche ore disponibile su PS4, PS3 e PS Vita.

Chi sono?

QT3 è un buffo robot dalle fattezze stilizzate che viene abbandonato su un piccolo asteroide dalla sua padroncina. Passano gli anni, 32 per la precisione, ma il nostro eroe resta imperterrito ad aspettare il ritorno della sua (fino ad allora) inseparabile amica. Suo unico compagno è un palloncino rosso parlante, il solo appiglio capace di tenerlo ancorato al suo felice passato. È questo l’incipit, capace di riporre in chiave più leggera, ma non per questo meno intensa, uno dei momenti chiave dell’A.I. di Steven Spielberg e da cui prende inizio l’avventura di QT3. Ritrovato dal bislacco Alieno Jeff, l’automa dovrà vagare per il cosmo alla ricerca della sua umanità, al fine di evitare la sua distruzione: il modello a cui appartiene, difatti, è oramai obsoleto e pertanto l’industria che lo produce ne ha decretato lo smantellamento. Certo, se QT3 fosse in grado di provare sentimenti assimilabili agli essere umani le cose sarebbero destinate a cambiare: ecco quindi che il nostro, sotto lo sguardo vigile di Jeff (un inviato della ditta robotica) dovrà vagare per il cosmo alla ricerca e alla conquista dei suoi sentimenti latenti. E in una maniera che oscilla tra il poetico ed il surreale, l’avventura sviluppata dal team guidato da Greg Johnson (già autore di ToeJam & Earl) ci accompagnerà in questo viaggio che non solo farà luce sulla vera natura di QT3, ma saprà scrutare e analizzare anche la nostra personale umanità.

Gioco o no?

Come gran parte delle produzioni indipendenti, l’offerta ludica proposta da Doki Doki Universe è per certi versi spiazzante, costantemente in bilico tra l’esperimento e il gaming in senso stretto. Il gioco può essere schematicamente identificato come una sorta di avventura grafica, all’interno della quale ci troveremo a relazionarci con strampalati personaggi, nel tentativo di scoprirne passioni e paure. Oltre che aiutarli a risolvere i più assurdi dei problemi: ci sarà il mostro marino temuto da tutti, ma in realtà solo bisognoso di affetto, il pupazzo di neve amante del caldo, oppure un fantasma in cerca di un modo di comunicare con la propria amata. La strada che porta alla soluzione e, contemporaneamente, ci aiuterà a capire noi stessi e gli altri, sarà costellata da semplici enigmi risolvibili tramite la materializzazione di oggetti. Questi possono essere recuperati sia fornendo il nostro aiuto agli abitanti dei pianeti che popolano la galassia, sia esplorando i vari scenari bidimensionali: la struttura proposta ricorda, seppure in maniera semplificata, quanto visto nei vari episodi di Scribblenauts. Ogni corpo celeste che visiteremo permetterà a QT3 di comprendere e fare proprio un particolare sentimento, ma allo stesso tempo sarà utile per tratteggiare la nostra personalità, dato che ogni scelta da noi operata tramite il robot sarà analizzata e commentata dal gioco stesso. Non mancheranno, poi, momenti più personali direttamente rivolti al giocatore tramite alcuni veri e propri testi della personalità, in cui sarà possibile imbatterci nel corso del nostro viaggio per il cosmo. Doki Doki Universe è tutto questo: più che un gioco in senso stretto, la produzione HumaNature è una sorta di viaggio favolistico alla ricerca della propria identità.

Sogni di bambino

Lo stile grafico adottato dal team per mettere in piedi la storia di QT3 è quanto mai particolare, in virtù di una scelta artistica che fa della stilizzazione di elementi e personaggi il suo punto cardine. Simile più ad un insieme di schizzi, magari genuinamente abbozzati dalla mano di un bambino, il mondo ideato da HumaNature riesce a colpire al cuore grazie ad una tenera e comica ingenuità. Pare quasi un riflesso dell’animo semplice e basilare di QT3: da bravo automa il nostro eroe tende a vedere in maniera basilare (almeno inizialmente, sia chiaro) il mondo che lo circonda, privo di una qualsiasi complessità . Allo stesso modo l’universo che si dipana davanti ai nostri occhi è quanto mai essenziale nella sua costruzione estetica, eppure basta davvero poco per capire che la scelta operata, seppur non corroborata da artifici grafici arditi, è quanto di meglio si potesse desiderare per Doki Doki Universe. La resa grafica è pressoché identica in tutti e 3 i formati, sebbene abbiamo riscontrato una fluidità sensibilmente minore su PS Vita. Fattore assai strano dato che il gioco in sé non è che sia così esoso in termini brutalmente computazionali. Incomprensibile, per quanto marginale, la scelta di aver separato la gestione dei Trofei tra PS4 e l’accoppiata PS3/Vita, dato che il gioco sfrutta in pieno le funzionalità cross buy/cross play.

Un piccolo esperimento interattivo di psicologia, così può essere superficialmente categorizzato Doki Doki Universe. Un titolo sicuramente non adatto a tutti, come sono in genere le produzioni indie, capace di proporre un gameplay atipico in cui si passerà più volentieri tempo a leggere i buffi dialoghi (purtroppo solo in inglese) che a giocare nel senso più proprio del termine. Se siete amanti delle creazioni classiche, quasi sicuramente il lavoro HumaNature vi rimarrà indifferente, mentre potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa per tutti coloro che sono in cerca di un qualcosa diverso dal solito. Il consiglio che vi diamo, prima di buttarvi a capofitto nell’acquisto, è quello di provare la demo presente sul PSN: magari non riuscirà a dissipare tutti i vostri dubbi, ma saprà sicuramente aprire un piccolo spiraglio su quelli che sono i meriti di Doki Doki Universe. E magari suscitare in voi qualche domanda in merito alla vostra presunta umanità.