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Recensione Diablo III

I demoni sono tornati. Volando da PC a console, portando con loro la furia distruttrice che da sempre li distingue. Tutti i giocatori valorosi quindi sono richiamati alle armi, pronti ad affrontare quello che Diablo 3 ha da offrire.
Tra magie e combattimenti all'arma bianca, Console-Tribe propone a tutti voi la recensione di questo atteso titolo, a cura di Giorgio "Nadim" Catania. Leggete con cura ogni parola: ognuna di esse infatti potrebbe convincervi a comprare questo bel gioco!

di: Giorgio "Nadim" Catania

Una meteora cade su un santuario, distruggendolo. E un vecchio saggio, l’unico a conoscenza di una terribile profezia pronta ad avverarsi, sprofonda nell’oscurità del cratere appena creatosi. Questo è l’incipit di Diablo III, titolo sviluppato dai talentuosi ragazzi di Blizzard, nato su PC e giunto finalmente anche sulle console casalinghe. Un gioco di ruolo dalla visuale isometrica colmo d’azione, di misteri e di sfide, che ha già rapito milioni di giocatori in giro per il mondo e si prepara ad incantarne altri ancora.
Console-Tribe ha avuto modo di giocare con cura la versione console del titolo. Ecco a tutti voi lettori la tanto attesa recensione.

L’oscurità incombe

La scelta iniziale che il giocatore deve fare in Diablo III, prima ancora di cominciare l’avventura, è quella del personaggio con cui affrontare il lungo e periglioso viaggio che lo attende. Cinque le classi selezionabili: il Barbaro, esperto negli scontri con le armi bianche nonché il più forte e coraggioso; il Cacciatore di Demoni, combattente armato di archi e balestre pronto ad usare trappole di ogni tipo; il Monaco, capace di affrontare i nemici in micidiali duelli corpo a corpo; il Mago, la cui vera potenza risiede nella possibilità di utilizzare magie e incantesimi di ogni tipo; lo Sciamano, unico in grado di evocare i non-morti e farli lottare al proprio fianco.
Ognuna delle classi presenti si differenzia profondamente dalle altre, donando alle battaglie un sapore sempre diverso. Se per esempio il Barbaro può lottare contro i bestioni più grandi senza preoccuparsi troppo per la propria vita, il Mago deve sfruttare le sue arti arcane per tenere gli avversari i più distanti possibili, mentre lo Sciamano può richiamare a sé zombie pronti a supportarlo in vari modi. La varietà in altre parole non manca. E una volta concluso il filmato introduttivo, specifico per ognuno dei protagonisti, basta entrare nel menù principale per scoprire che le abilità sbloccabili proseguendo nella storia e salendo di livello sono tante. Anzi no, tantissime, atte a migliorare le capacità del lottatore di turno con tecniche di combattimento uniche e adatte ad ogni contesto.
Una volta iniziata la campagna e affrontato un breve tutorial, eliminando semplici e quasi del tutto innocui nemici, si raggiunge Nuova Tristram, un villaggio sotto assedio in cui si trova Leah, la nipote del vecchio saggio disperso. Dopo averle parlato comincia il gioco vero e proprio: si impara così ad affrontare gruppi di decine di nemici pronti a fare la pelle al protagonista, ad esplorare dungeon di ogni tipo che nascondono manieri ricchi di oro ed equipaggiamenti, a scontrarsi contro demoni giganteschi e mortali.

Il freddo dell’acciaio e il calore delle magie

Come in ogni buon action RPG che si rispetti, in Diablo III il giocatore ha come obiettivo quello di eliminare centinaia di rivali, completare le missioni, salire di livello ed ottenere nuovi oggetti, per poi sconfiggere altri nemici, portare a termine nuove quest… e così via. Un ciclo quasi infinito, che all’inizio può apparire monotono ma che ben presto è in grado di dare assuefazione a qualsiasi patito del genere. In fin dei conti chi non si diverte a menare le mani contro esseri orribili con armi incantate varie, alla ricerca di denaro per potenziarle o di equipaggiamenti ancora più forti? Tra statistiche di ogni tipo, bonus e malus vari, ed altro ancora, c’è tanto da scoprire e studiare con calma.
Nuova Tristram nelle fasi iniziali ricopre il ruolo di “accampamento”, in cui rifornirsi di pozioni e di nuovi ferri del mestiere. Tutte le altre ambientazioni invece si rivelano per quello che sono, grandi campi di battaglia in cui dare sfogo alla propria rabbia. E parlando di gameplay, bisogna fare un plauso agli sviluppatori di Blizzard: sono riusciti ad adattare i comandi di giochi, provenienti dall’articolato universo PC, nel modo migliore sui controller delle console, assegnando ad ogni tasto una determinata categoria di attacchi. Inanellare combo premendo tasti frontali e dorsali con la giusta ritmicità si rivela quindi facile e divertente. Ciò non vuol dire che combattendo a casaccio si può avere la meglio, tutt’altro, ma di certo impratichirsi con lo stile di gioco non risulta minimamente frustrante.
Grazie alla telecamera che riprende l’azione dall’alto, proprio come in ogni gioco con visuale isometrica, si riescono ad avere sempre sott’occhio le aree degli scontri. E, di conseguenza, si possono sempre pianificare con i giusti tempi le strategie da utilizzare contro questo o quel mostro. La cosa però si fa più complicata quando su schermo appaiono troppi nemici o alleati, che talvolta riescono a far confondere il giocatore impedendogli di riconoscere il proprio personaggio in mezzo ad una folla troppo grande. Quando poi si uniscono ai duelli anche degli amici in carne ed ossa, il tutto si fa ancora più caotico sia online che, soprattutto, offline. Il divertimento rimane lo stesso tanto, però in alcuni frangenti diventa fastidioso non riuscire a riconoscere il proprio guerriero da quello altrui o dover sottostare ad una telecamera imprecisa e limitante.

La tecnica… di combattimento

La versione di Diablo 3 per PlayStation 3 e Xbox 360 è una conversione di quella uscita più di un anno fa per PC. Da ciò ne consegue che l’adattamento abbia risentito di un downgrade tecnico, come era abbastanza scontato. Nulla di eclatante ad ogni modo, che si riflette appena nel gameplay e influenza solo in piccola parte il comparto estetico.
Per quanto riguarda la prima delle due infatti gli sviluppatori si sono limitati a riadattare i comandi di gioco al meglio, semplificando qualche meccanica di gioco per venire incontro alla natura differente delle console. Ciò si traduce in combattimenti forse un po’ più semplici e adatti a tutte le tipologie di giocatori, che possono però diventare un vero inferno qualora si scelgano livelli difficoltà superiori a quella “Normale”. Ed è da segnalare l’assenza delle case d’asta, che permetteva ai giocatori su computer di vendere per denaro vero o virtuale ad altri utenti gli oggetti recuperati. Ciò da una parte rende il tutto più avvincente, obbligando a recuperare su campo ciò di cui si ha bisogno, dall’altro però limita lo scambio di oggetti tra le persone.
Inoltre bisogna notare come, sebbene si possano tenere sott’occhio le statistiche principali delle armi che vengono raccolte sul campo, per vederne tutti i dati precisi si debba ogni volta sospendere l’azione di gioco e controllarle dal menù del personaggio. Questo non è necessariamente un male, presto si impara a riconoscere le armi buone da quelle cattive con un rapido colpo d’occhio, ma interrompere i combattimenti troppo spesso potrebbe alla lunga un po’ annoiare.
Riguardo il versante grafico e sonoro, si possono fare ben pochi appunti al lavoro svolto da Blizzard. Certo, texture e modelli poligonali hanno risentito un po’ del passaggio dai PC alle console, ma comunque il risultato finale è molto buono. Le ambientazioni sono ricche di dettagli ed effetti d’illuminazione, e i personaggi – nemici e alleati – sono ben animati e caratterizzati. Il frame rate inoltre è quasi sempre stabile, il che non può che fare piacere visto che i combattimenti concitati non mancano. Anche sul versante audio non c’è di che lamentarsi, tra un doppiaggio in italiano a dir poco ottimo – in cui però non è raro riconoscere alcuni doppiatori ormai un po’ troppo presenti – e musiche d’atmosfera. Anche gli effetti audio di armi, incantesimi, urla, mutilazioni ed esplosioni fanno più che egregiamente il loro dovere.

Il quadro è completato da una longevità ottima, capace di tenere incollati per ore di fronte allo schermo e di invogliare a rigiocare l’avventura con altre classi, provando livelli di difficoltà superiori.

Quando le tenebre si diradano

L’annuncio dell’arrivo di Diablo III sulle attuali console ha fatto all’epoca la felicità di tanti giocatori. Qualche dubbio sulla conversione non mancava – specie dopo una partenza non esaltante su PC fatta di lag, impossibilità di giocare online, l’obbligo di rimanere sempre online – ma il lavoro svolto è di ottima fattura e le paure non hanno motivo d’esistere per chi compra il titolo su PlayStation 3 e Xbox 360. In futuro giungerà nei negozi perfino una versione per PlayStation 4, cosa che renderà i fan Sony di sicuro ancora più contenti. Ma si parla, come data d’uscita, di un generico 2014. Quindi per ora il consiglio che si può dare è quello di recuperare la versione attuale e divertirsi con quella, se si ha modo di farlo.
Perché in fin dei conti Diablo III, per quanto possa rivelarsi non perfetto e alla lunga un po’ monotono – per chi non è abituato a farlo, esplorare in continuazionedungeon uccidendo centinaia di nemici potrebbe anche stufare – è un ottimo action RPG pieno zeppo d’azione, in grado di fare la felicità di chi cerca un gioco ricco di statistiche, di combattimenti, di abilità da usare contro i nemici, di oggetti da recuperare, di fasi esplorative in grado di spingere il giocatore ad esplorare ogni anfratto della mappa. Specie se si fa tutto questo in compagnia, seppur con delle limitazioni.
In altre parole Diablo III è un gran bel gioco. Non perfetto, non particolarmente innovativo, ma capace di riscaldare i cuori degli avventurieri più coraggiosi durante le fredde serate autunnali che sono ormai alle porte. Quindi, se questo è il vostro genere, impugnate spade e bastoni incantati e schiacciate i demoni come se fossero formiche fastidiose. Se invece non lo è, provate a dargli una chance lo stesso: potrebbe comunque rapirvi con il suo gameplay, frenetico e in grado di dare dipendenza.