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Recensione de Blob

di: Simone Cantini

Prima di Splatoon i colori erano comunque una presenza molto forte sulle console Nintendo, in special modo sulla cara e vecchia Wii. La voglia di impiastricciare a più non posso gli elementi dell’ambiente costituì, difatti, una stuzzicante declinazione del classico gameplay platform all’interno di de Blob, titolo sviluppato dai ragazzi di Blue Tongue che è pronto a riproporre il suo bizzarro e simpaticissimo mondo anche in tempi decisamente più recenti, su PS4 ed Xbox One grazie all’immancabile remaster.

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Prendi tutti i colori

Tempi grigi, nel vero senso del termine, si prospettano per Chroma City, dato che la malvagia e triste Inkt ha deciso di prendere il controllo della città e sottrarle tutti i suoi sgargianti colori, ovviamente in favore di un neutro ed insignificante aspetto monocromatico. Fortunatamente non tutto è però perduto, dato che un gruppo di ribelli è pronto a dare battaglia ai perfidi invasori grazie alle cromatiche abilita di Blob, una morbida sfera in grado di assorbire i colori come un tampone, il cui compito sarà quello di restituire a Chroma City la perduta e spensierata identità. Una trama esile quella di de Blob, ma narrata in maniera efficace attraverso spassosissimi filmati in perfetto stile Minions, e che saprà intrattenerci a lungo in questo bizzarro platform che ritorna sugli schermi dopo nove anni dal suo debutto sulla citata Wii. La produzione THQ Nordic si presenta ancora oggi in forma più che smagliante, tonificata unicamente in estetica, ma perfettamente (e fortunatamente) intatta sul piano contenutistico. Il remaster in questione, difatti, ripropone in maniera fedelissima quanto giocato nel 2008 su console Nintendo, con il nostro Blob che dovrà attraversare ampi livelli, rappresentanti differenti sezioni di Chroma City, cercando di colorare il più possibile l’ambiente circostante, di modo da poter di volta in volta sbloccare le varie porzioni in cui gli stage sono suddivisi. Per farlo non dovrà fare altro che assorbire dei particolari nemici, simili a serbatoi, contenenti un determinato colore, per poi andare a colpire edifici ed altri elementi della città. Tutto molto semplice, ma anche dannatamente assuefacente e divertente: provare per credere! A spezzare la routine dell’azione ci penseranno alcune missioni secondarie, le quali ci vedranno impegnate a sconfiggere particolari avversari, tinteggiare di un determinato colore alcune particolari strutture (è possibile dare vita a nuove tonalità semplicemente assorbendo nemici differenti), oppure ad attraversare entro un tempo stabilito alcuni checkpoint in perfetto stile Mirror’s Edge. Grazie a questi diversivi, uniti all’ampiezza dei vari livelli, capaci di tenere impegnati anche per una trentina abbondante di minuti, e a tutta una serie di collezionabili spesso nascosti in luoghi assai ostici da raggiungere, la longevità complessiva di de Blob si attesta su livelli decisamente interessanti, anche se questa abbondanza è controbilanciata da un tasso di sfida davvero tarato verso il basso. Completano il pacchetto del titolo una modalità libera, tramite la quale divertirsi semplicemente a colorare gli stage completati, sfide opzionali per ciascuno dei livelli portati a termine, oltre ad un comparto multiplayer in locale per quattro giocatori. Presente anche una corposa sezione di extra, all’interno della quale saranno resi disponibili bozzetti e filmati di vario genere: un’aggiunta decisamente piacevole.

Cavalier de Blob, è sempre un piacere

de Blob poteva vantare un comparto grafico ed una direzione artistica già pregevoli nella sua installazione originale, pertanto l’evidente boost di risoluzione non ha fatto altro che accentuare le innate qualità del titolo. Estremamente essenziale e fumettoso nelle sue geometrie, il titolo Blue Tongue si presenta all’appuntamento sulle nuove console casalinghe in forma decisamente smagliante, grazie anche ad un character design vincente pur nella sua semplicità. La parte del leone spetta però all’accompagnamento sonoro, forte di una soundtrack funky dotata di un groove unico e azzeccatissimo, così come pregevole il voice over , nonostante tutti i personaggi si esprimano unicamente attraverso un buffissimo linguaggio fatto di gorgoglii e grugniti (semi) incomprensibili. Peccato soltanto per una telecamera talvolta un po’ troppo ballerina che, soprattutto negli spazi più angusti, non riesce a fornire una panoramica dell’ambiente sempre puntuale e convincente.

Quello di de Blob è un remaster onesto, anche se privo di reali guizzi, capace di divertire oggi come nel 2008. È ovvio che trattandosi di un’operazione puramente estetica non offra grandi motivi di interesse per tutti coloro che si sono già eretti a salvatori di Chroma City, ma per tutti gli altri la produzione Blue Tongue rappresenta un titolo decisamente consigliato, divertente e longevo. Peccato soltanto per il tasso di sfida praticamente inesistente.