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Recensione Clustertruck

di: Marco Licandro

Clustertruck è un gioco senza troppi preamboli, il cui unico scopo è quello di mettervi costantemente alla prova, in un arcade inusuale ed unico.

Senza troppi perché o un accenno di trama, una volta iniziato il primo della lunga serie di livelli, vi ritroverete su una pianura desertica in cima ad un furgone bianco. Il vostro scopo è quello di arrivare alla fine del tracciato, passando sotto allo stendardo con su scritto GOAL.

La particolarità del titolo sta nel proporre costantemente nuove sfide, così che il giocatore sia costretto a cambiare strategia ad ogni livello.

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Ma come si arriva alla fine del tracciato?

Posizionatevi sul furgone giusto, e quello vi porterà alla fine. Per il primo livello basterà semplicemente guardare, senza neanche premere un tasto. Facile e senza senso direte voi? Aspettate di vedere i prossimi livelli.
Altri furgoni, e tanti, saranno accanto al nostro, e prima o poi essi collideranno fra loro, uscendo fuori strada, ribaltandosi, e facendoci cadere. Toccate il suolo o qualsiasi oggetto che non sia il furgone, e fallirete la missione.

Per riuscire nell’intento dovrete saltare da furgone a furgone, sfruttando anche la fisica, che vi spingerà verso la direzione di moto, cosa particolarmente sgradita quando i furgoni arriveranno da un’altra direzione, e dovrete quindi calcolare tempi e direzione affinché non vi sfracelliate al suolo.

Prova e riprova

Passati una manciata di livelli, il gioco diventa quasi adrenalinico, con tracciati sempre più folli, furgoni che si schiantano, muri che si stringono, divari da superare, tronchi o mega martelli da evitare, e fidatevi quando vi diciamo che ripetere la missione sarà la cosa più frequente del gioco. Servono quindi nervi saldi, pazienza, e precisione per poter sconfiggere così il gioco e concluderlo.

Giocando acquisirete dei punti, in base ad alcune variabili quali tempo in aria, salti incrociati, ed altro ancora, i quali potranno essere spesi per acquisire dei power up da utilizzare, uno alla volta, per aiutarvi in particolari livelli. Questi possono essere semplici come il doppio salto o una mega spinta, o anche più complessi come il blocco del tempo, o persino far comparire un furgone sotto di voi.

Una fisica a se stante

Le difficoltà del gameplay si basano soprattutto sul metodo di controllo, che rende il gioco più ostico di quanto non sia già, per via di una telecamera rapidissima e di conseguenza inutile ai fini del gioco, che anziché aiutare a gestire meglio i salti, vi farà perdere cognizione della direzione, e dei movimenti e salti legnosi e poco dinamici, che legati ad una fisica di gioco tutta sua, rovina in qualche modo un’esperienza che poteva essere più piacevole con alcuni accorgimenti.

Morale della storia

In conclusione il titolo è senz’altro consigliato da provare, in particolare la versione su Switch che include anche delle modalità esclusive, ma non aspettatevi molto più che un semplice passatempo. Ideale per passare del tempo senza troppe pretese, alla pari di giochi per smartphone, ma con più frustrazione ed impegno rispetto ad essi.