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Recensione Castlestorm VR

di: Simone Cantini

Capita sin troppo spesso di rimanere schiavi del proprio successo, incapaci di uscire da una spirale virtuosa capace di trasformarsi ben presto in un incubo infinito. Sì, perché se ti adagi sugli allori di un format di successo, come potrebbe essere il caso del flipper, potrebbe arrivare improvvisamente il classico blocco creativo, lo spauracchio in grado di reprimere la creatività e la volontà di uscire dagli schemi. Evidentemente, per nostra fortuna, a dispetto dei loro ottimi tavoli digitali, i ragazzi di Zen Studios sono stati in grado di dimostrare di avere ancora in serbo per noi qualche piacevole sorpresa, che non hanno mancato di declinare anche in salsa virtuale con la release di Castlestorm VR.

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C’era una volta un regno…

In realtà la peculiare epopea che ha per protagonisti un regno medioevaleggiante ed una bellicosa tribù vichinga fece il suo debutto su old gen qualche anno fa, nel 2013 per la precisione, per ritornare nel più classico dei remaster anche su PS4 e Xbox One. Evidentemente, però, i ragazzi di Zen Studios hanno individuato nella realtà virtuale un terreno fertilissimo su cui far germogliare a nuova vita il loro Castlestorm VR, riedizione fedele all’originale del loro riuscitissimo titolo, che ripropone nella sua interezza i contenuti già apprezzati, a cui si sono aggiunte però alcune inedite feature. Già, ma in cosa consiste il gameplay? La domanda, pad alla mano, è meno immediata di quanto si possa pensare, visto che il titolo mescola in maniera interessante e ben riuscita generi molto differenti tra loro. Tendenzialmente lo scopo sarà quello di proteggere il nostro castello dall’invasione delle forze avversarie, preoccupandoci contemporaneamente di distruggere il loro. Il tutto avverrà per mezzo di una balista, dotata di differenti tipologie di proiettili da sbloccare man mano che avanzeremo lungo la corposa campagna. Questa servirà sia per falciare le truppe di terra, sia per abbattere fisicamente la fortezza avversaria, in maniera analoga a quanto avviene in Angry Birds. In nostro soccorso giungerà anche il nostro esercito (suddiviso in varie classi, ognuna dotata di peculiari abilità), la cui produzione avverrà in seguito all’accumulo (automatico) di cibo, elemento che fonde assieme sfaccettature prese di peso dagli RTS e dai tower defence. A chiudere questo bizzarro calderone di idee ci pensa un pizzico di azione hack’n slash, dato che una volta caricato l’apposito indicatore sarà possibile far scendere in campo il nostro generale, che potremo controllare direttamente per fare a brandelli gli avversari. Non manca anche una spruzzata di magia che, tramite l’impiego di un ricco set di incantesimi, ci permetterà di uscire indenni da situazioni decisamente complicate. Essere spaventati al solo leggere questa mole di contenuti è comprensibile, ma il team è riuscito a calibrare in maniera perfetta la progressione, di modo da introdurre in maniera graduale il giocatore a tutti i vari elementi ludici. La ricchezza di Castlestorm VR, comunque, non si esaurisce certo sul campo di battaglia, ma ha una sua ricca identità anche nei momenti di pausa: sarà possibile investire il denaro guadagnato guerreggiando per potenziare i nostri ranghi, ampliare la capacità delle strutture ospitate nel castello e persino organizzarne la forma e la struttura attraverso un editor.

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Virtualità superflua

Se non dovesse bastarvi la corposa campagna single player, Castlestorm VR non mancherà di presentare anche un ricco piatto a base di multiplayer, sia cooperativo che competitivo, capace di garantire un boost notevole alla già sostanziosa longevità complessiva, che fa il paio con una prezzo davvero aggressivo se relazionato alla validità dell’offerta. Dato che l’azione è interamente incentrata su di una schermata fissa, il comparto tecnico di Castlestorm VR paga un prezzo decisamente piccolo nel passaggio alla realtà virtuale, mantenendo intatta la sua coloratissima e fumettosa grafica già apprezzata sulle nostre TV. È anche vero, però, che il caschetto Sony rappresenti un valore aggiunto davvero marginale, dato che l’immersività garantita dalla periferica non rappresenta altro che un piccolo gimmick non certo in grado di fare la differenza, dato che in definitiva non saremo altro che spettatori passivi, anche se da un punto di vista molto più ravvicinato, delle nostre azioni ludiche. Un’altra piccola critica può essere tributata al comparto audio, a causa di una soundtrack non certo memorabile e a tratti persino fuori luogo e fastidiosa, mentre un doveroso plauso deve essere tributato alla totale localizzazione di tutti i testi presenti in-game.

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Castlestorm VR non è altro che il vecchio Castlestorm, arricchito però da una manciata di contenuti accessori in grado di elevare notevolmente il giudizio complessivo del lavoro firmato Zen Studios. Se è vero, difatti, che la realtà virtuale non rappresenti un quid indispensabile, sarebbe comunque ingiusto chiudere gli occhi al cospetto di un gameplay tanto variegato, quanto divertente. Visore o no, difatti, il bizzarro mix studiato dal team riesce a brillare di luce propria per qualità e divertimento che, se sommate ad un prezzo davvero ottimo, non fanno che rendere Castlestorm VR un acquisto più che consigliato.