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Recensione Castles

di: Simone Cantini

Inventarsi qualcosa di nuovo e divertente nel mondo dei puzzle game è sempre più difficile, vuoi perché gli sviluppatori iniziano giustamente ad essere a corto di idee accattivanti, vuoi anche perché sono i giocatori stessi ad essere oramai talmente smaliziati da non poter essere facilmente sopresi. Ed è proprio per questo motivo che si accolgono sempre con gioia idee, sulla carta, interessanti come quella di Castles, capaci di proporre un approccio insolito senza dimenticare, comunque, di strizzare l’occhio al passato.

https://youtu.be/iNYf21D5q30

Sempre più in alto!

Magari il nome Pengo non dirà nulla a buona parte di voi, ma per me rappresenta un ricordo indelebile della scuola elementare, compagno delle colazioni al bar vicino all’edificio. Me lo ricordo ancora quel pinguino intento a spingere blocchi di ghiaccio da abbinare o utilizzare per schiacciare i suoi nemici, un gesto semplice che mi è tornato prepotente in testa non appena avviato Castles. Qua non dovremo far sopravvivere un antartico pennuto, bensì saremo chiamati ad assecondare le manie di grandezza di un sovrano, desideroso di erigere il castello più grande che si sia mai visto. E per farlo sarà necessario combinare tra loro, secondo le richieste che compariranno a video, i blocchi che andranno ad occupare la scacchiera di gioco: questi abbinamenti potranno essere eseguite seguendo sia il materiale di cui sono composti, sia creando catene caratterizzate dal medesimo simbolo, in un meccanismo che non manca di ricordare anche il più classico dei match game, Tetris. Il tutto si snoderà, almeno per quanto concerne il simpatico story mode, lungo 50 livelli, suddivisi a gruppi di 10 ed intervallati da alcune ostiche boss battle che, pur mantenendo inalterata la struttura base del gameplay la declinano in maniera un pizzico differente. Non manca anche un basilare comparto competitivo, esclusivamente in locale, in cui due giocatori potranno cimentarsi in sfide all’ultimo abbinamento. Il tutto si accompagna alla più classica delle modalità survival in cui l’obiettivo sarà quello di accumulare il maggior numero di punti.

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Costruzioni imprecise

Esteticamente Castles si presenta con un aspetto davvero gradevole, colorato e spiritoso quanto basta per appagare lo sguardo del giocatore. I problemi, più che nel comparto tecnico e nel gameplay in quanto tale sono, invece, da ritrovare in un sistema di controllo decisamente fastidioso. Le movenze gestite dall’analogico del pad, difatti, hanno restituito un feedback quanto mai altalenante, alternando risposte agli input sin troppo rapide ad altre improvvisamente incerte e balbettanti. Tali limiti di precisione, più che nei livelli standard, fanno avvertire tutto il loro spiacevole peso in occasione degli scontri con i boss, caratterizzate da ritmi e difficoltà decisamente più serrati della media.

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Castles si è rivelato un puzzle game decisamente onesto e dotato, pur al netto delle sue palesi e plurime fonti di ispirazione, dotato di una sua identità ben precisa. Il titolo Badland Games gode per certi versi di una sua unicità, minata però da un sistema di controllo non troppo preciso, i cui colpi a vuoto tendono a divenire decisamente frustranti in particolari momenti di gioco. Non sarà un campione di originalità, ma dato il prezzo decisamente contenuto a cui viene proposto (€4,99), Castles potrebbe rappresentare un piccolo divertissement da prendere in considerazione.