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Recensione Cast of the Seven Godsends Redux

di: Bartdream

Quando parliamo di titoli tipo Dark Souls, caratterizzati da difficoltà ritenute estreme, spesso dimentichiamo la presenza di un passato, ormai lontano diverse ere videoludiche, contraddistinto dalla presenza massiccia di cabinati e giochi arcade.

I pochi che non hanno avuto la fortuna di frequentare sale giochi o bar in quegli anni, devono provare a concepire giochi quasi impossibili da finire a causa di difficoltà elevatissima (di gran lunga superiore a quelli  cui ormai siamo abituati) e la necessità di sborsare dalla propria tasca soldi per poter continuare a giocare una volta comparsa la scritta Game Over sullo schermo.

Difficoltà elevate e ristrettezze economiche erano una combinazione letale che spingeva i giocatori a cercare di dare il massimo per far durare il più a lungo possibile l’esperienza di gioco.

E’ proprio questa esperienza di gioco dura, affascinante e brutale allo stesso tempo che i Raven Travel Studios hanno voluto riproporre per il loro nuovo titolo finalmente sbarcato su console, Cast of the Seven Godsends Redux.

Gli sviluppatori italiani si sono evidentemente ispirati, attingendo a piene mani, a titoli quali Myth e Ghosts ‘n Goblins.

Il gioco è un classico run’n’gun caratterizzato da una grafica old style che guarda con un pizzico di nostalgia al mondo retrò.

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Un gioco ispirato al passato, dedicato ai nostalgici ’90

Anche la storia riprende i tratti dei classici cabinati, venendo descritta attraverso un sussueguirsi di animazioni e linee di testo.

Narra le vicende del nostro eroe Re Kandar, che viene ucciso dall’imperatore Zaraaima, per rapire il suo primogenito appena nato con l’obiettivo di sacrificarlo durante un rituale.

Il valoroso protagonista viene resuscitato da sette Dèi che gli danno l’opportunità di iniziare il suo viaggio alla ricerca del suo piccolo per liberare il mondo dalle forze del male.

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Easy Play, Hard Fun

Il gameplay di base prevede uno scorrimento laterale in 2D, caratterizzato dall’utilizzo di solo due tasti, uno per saltare e l’altro per sparare.

Re Kandar, come anticipato, per riuscire ad affrontare i nemici avrà dalla sua parte il potere degli Dei che lo supporterando donandogli le loro armature elementari. Ovviamente indossare queste armature non sarà una passeggiata in quanto saranno indossabili solo nel caso in cui saremo in grado di trovare un globo divino mentre equipaggiamo già un armatura semplice (anche questa droppata nel corso del livello).

Le armi sono tante e variegate, si passa dagli shuriken al martello, dalle mazze chiodate alle spade. Anche in questo caso malgrado la numerosità della scelta sia più che adeguata, a causa delle caratteristiche delle armi alcune risulteranno essere molto più pericolose per i nostri avversari rispetto ad altre.

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Conclusione

Cast of the Seven Godsends Redux è un titolo non destinato a tutti.

Il livello di complessità e lo stile retrò infatti saranno sicuramente apprezzati dagli appassionati del genere (a cui gli italianissimi sviluppatori di Raven Travel Studios hanno rivolto la loro attenzione), ma siamo sicuri che i casual gamer troveranno il titolo estremamente frustrante.

Il Game design con scelte spesso azzardate e un sistema di controlli che, sebbene semplice, spesso risulta essere impreciso per il livello di difficoltà proposto non aiutano il titolo a farlo diventare un must have.

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