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Recensione Call of Duty: WWII

di: Luca Saati

Il cambiamento e il sapersi rinnovare sono componenti fondamentali per i videogiochi, specie nel genere FPS così diffuso al giorno d’oggi che fa fatica a proporre qualcosa di fresco e diverso dal solito. Ci era riuscito Titanfall nel 2014 a rinfrescare gli FPS grazie all’inserimento dei jetpack, della corsa sui muri e soprattutto dei mastodontici robottoni. Activision non ci ha pensato due volte ed ecco che proprio da Sledgehammer Games riprende i temi futuristici visti nel gioco di Respawn Entertainment per dare vita a Call of Duty: Advanced Warfare proponendo una formula che è stata poi ripetuta da Treyarch e Infinity Ward per Black Ops III e Infinite Warfare. Insistere però su un solo tema stanca il pubblico che, complice l’assenza dei robottoni di Titanfall, non riusciva a giustificare il passaggio ad ambientazioni futuristiche nella saga e a non apprezzare il tutto nonostante vendite tutto sommate elevate. Battlefield 1 lo scorso anno ha dimostrato con forza che i giocatori desiderano un salto indietro nel tempo, ed ecco qui che proprio Sledgehammer Games segue quella scia tornando alle origini della saga. Non sappiamo se Sledgehammer Games, esattamente come aveva fatto tre anni fa, darà inizio a un nuovo filone di Call of Duty ad ambientazione storica con Treyarch e Infinity Ward che seguiranno a ruota, ciò di cui siamo sicuri è che questo WWII è quello di cui la saga aveva bisogno.

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Macchine da guerra

Mentre giocavamo la campagna di Call of Duty: WWII abbiamo avuto una sensazione di deja vu. Eventi storici come lo sbarco in Normandia li abbiamo già vissuti virtualmente anni fa, eppure da quei momenti sono passate ben due generazioni di console e rivedere queste sequenze con le tecnologia di attuale generazione non ci è dispiaciuto affatto e sicuramente il tutto non dispiacerà nemmeno ai nuovi fan della saga che si sono avvicinati solo negli ultimi anni. La storia ci mette nei panni del soldato Daniels, un ragazzo di campagna che non vede l’ora di tornare a casa dalla sua ragazza. Per farlo però c’è un esercito di soldati tedeschi a sbarrare il suo cammino e quello dei suoi compagni, la Prima Divisione dell’esercito americano.

Quella raccontata da Sledgehammer Games è la classica storia di guerra che mette in mostra gli orrori, la violenza e la “sporcizia” del secondo conflitto mondiale alternandoli ad altri un più riflessivi con la voce del protagonista che fa da narratore e contribuisce ad arricchire i soliti momenti introspettivi. La regia del team di sviluppo fa davvero un bel lavoro nell’esaltare i momenti più spettacolari, in particolare nelle fasi finali davvero adrenaliniche, tuttavia il racconto non riesce mai a raggiungere vette di eccellenza a causa di una narrazione troppo spezzettata e personaggi stereotipati che non riescono mai a creare empatia col giocatore fatta eccezione per alcuni episodi sporadici.

Anche la struttura ludica della campagna è quanto di più classico si sia mai visto in Call of Duty con un incedere lineare caratterizzato per l’80% di corridoi zeppi di nemici da eliminare con le restanti sequenze che cercano di dare un po’ di varietà alle circa sei ore richieste per arrivare ai titoli di coda proponendo momenti stealth e altri a bordo di mezzi corazzati o di aerei. Le sequenze più sparacchine offrono un gunplay molto arcade con un vasto arsenale tra cui scegliere con le varie bocche da fuoco che riescono a restituire sensazioni differenti. Gli scontri sono sempre intensi, non ci si riposa un attimo, neanche per recuperare la salute dato che in Call of Duty: WWII è presente una barra della salute con tanto di kit medici da utilizzare per recuperarla. Da segnalare anche dei potenziamenti offerti dai propri compagnia: in pratica ogni alleato vi può dare un aiuto in combattimento lanciandovi ad esempio medikit, munizioni o mettendovi in evidenza i nemici sulla mappa, queste abilità si ricaricano col tempo e possono essere sfruttate solo una volta riempita l’apposita barra visibile su schermo.

L’IA è abbastanza mediocre con ogni nemico che è in pratica carne da macello, tuttavia il gioco riesce a metterci una pezza piazzandoci sul campo da battaglia un gran numero di avversari e con l’appena citato sistema di salute. Male invece le sezioni stealth che si presentano troppo basilari e con un campo visivo dei nemici non sempre funzionante come si deve, mentre va un po’ meglio in quei momenti a bordo dei veicoli che riescono a dare quel brio di cui la campagna ha bisogno. Davvero un peccato quindi che Sledgehammer abbia deciso di fare il compitino e non qualcosa di più, con mappe più aperte in cui dare la possibilità di scegliere come approcciarsi agli scontri, un’IA più curata sia durante i combattimenti che le fasi stealth, e qualche momento in più a bordo dei veicoli ne usciva fuori una campagna sicuramente più riuscita, entusiasmante e longeva.

La guerra online

Abbandonate quindi tutte quelle velleità futuristiche, anche il multiplayer in Call of Duty: WWII torna alle sue origini presentando qualcosa di più genuino e semplice senza però mai snaturare quanto visto nei precedenti anni con il time to kill estremamente ridotto che richiede riflessi fulminei.

A darci il benvenuto nel multiplayer è il quartier generale, un hub in cui si radunano i giocatori un po’ come accadeva con la Torre nel primo Destiny. Con la visuale in terza persona qui troviamo diverse zone come un poligono dove provare le armi, il cinema, il generale dove raccogliere nuove sfide giornaliere e settimanali, affrontare un altro giocatore in sfide 1v1 e così via. Un’aggiunta che per qualcuno può risultare piacevole mentre per altri completamente accessoria dato che la maggior parte del tempo tra un matchmaking e l’altro la si passa a preparare il proprio soldato nei menù di gioco.

Call of Duty: WWII mette a disposizione cinque divisioni per il personaggio completamente personalizzabili. Gli elementi di personalizzazione passano dall’addestramento base che offre un’abilità passiva come la possibilità di sparare anche durante lo scatto, di ricaricare le armi più velocemente, usare due armi principali e così via; tocca poi all’arma su cui montare una serie di gadget che vanno a migliorare le statistiche come i mirini per la precisione o proiettili in grado di fare più danno. Oltre al livello del giocatore, anche le divisioni e le armi hanno un loro livello: nel caso delle bocche da fuoco permettono di sbloccare nuovi gadget, mentre nel caso delle classi l’avanzare di livello consente di sfruttare ulteriori abilità passive come caricatori extra, movimenti più rapidi e non solo. Infine abbiamo anche la possibilità di scegliere i vari scorestreaks da utilizzare con un certo numero di uccisioni di fila, e una piccolissima personalizzazione estetica che coinvolge il volto e l’elmetto.

Le modalità di gioco si presentano in buon numero con grandi classici come Deathmatch a Squadre, Re della Collina e Cattura la Bandiera e le rispettive varianti come l’ottima Uccisione Confermata e Postazione,  a cui se ne aggiungono di altre già viste come Cerca & Distruggi, e Football, quest’ultima è la versione per la seconda guerra mondiale di Uplink di Infinite Warfare. Queste modalità mettono a disposizione una decina di mappe che si rivelano perfette per i 12 giocatori schierati sul campo da battaglia presentando un level design buono con trincee ed edifici dove a farla da padrone è lo scontro ravvicinato, e altre zone invece leggermente più aperte caratterizzate da scontri più dalla distanza.

A spiccare tra tutte è però la nuovissima modalità Guerra che mette di fronte due squadre con obiettivi differenti in un modo non così dissimile da quanto accade in Overwatch. Ecco quindi che gli attaccanti devono scortare l’avanzata dei carri armati, per poi passare alla raccolta di carburante e infine a un’ultima avanzata con un solo carro armato, mentre i difensori devono impedire tutto ciò. In un’altra mappa invece si inizia con la conquista di un punto strategico e si passa poi alla costruzione di un ponte per consentire l’avanzare delle truppe, alla distruzione del magazzino dei nemici e infine alla scorta di un carro armato. Senza ombra di dubbio questa nuova modalità rappresenta una delle trovate più interessanti di questo Call of Duty: WWII grazie alla sua capacità di adattarsi alla perfezione al contesto storico e di riuscire a far collaborare i giocatori, cosa che non sempre accade nelle altre modalità che sono invece un po’ più soliste. Non tutto è perfetto però dato che il bilanciamento non ci è parso perfetto e gli sviluppatori probabilmente dovranno intervenire per apportare qualche correzione in futuro con degli appositi aggiornamenti. Inoltre al momento Guerra presenta solo tre mappe che alla lunga probabilmente rischieranno di stancare i giocatori e la nostra paura più grande è che di nuove arriveranno solo tramite DLC a pagamento.

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Nazi Zombies

Dulcis in fundo abbiamo la modalità Zombie ormai immancabile in ogni Call of Duty. In WWII si abbandonano i toni più ironici e leggeri visti in Infinite Warfare per abbracciare uno stile più splatter dove i protagonisti sono alla ricerca dei quadri rubati dai nazisti e dello scienziato Klauss Fisher. I quattro protagonisti possono vantare le fattezze e la recitazione di quattro guest star d’eccezione come David Tennant (Doctor Who, Jessica Jones), Katheryn Winnick (Vikings), Elodie Yung(Marvel’s Daredevil) e Ving Rhames (il miglio verde) che contribuiscono a rendere il racconto più piacevole da seguire.

Il gameplay di Nazi Zombies è quello ormai solito con la possibilità scegliere una delle quattro classi con abilità uniche, poteri speciali da utilizzare mediante il consumo delle carte con il dpad e infine i giocatori impegnati a sconfiggere orde di zombi per ottenere la moneta di gioco con cui aprire porte per avanzare nello scenario, ulteriori bonus temporanei e nuove armi. Insomma la classica modalità Zombie con cui i giocatori si divertiranno tantissimo insieme agli amici tra una partita PvP e l’altra.

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L’orrore della guerra

Il comparto tecnico di Call of Duty: WWII mette in mostra un lavoro di tutto rispetto svolto dai ragazzi di Sledgehammer Games. A risaltare è in particolare il sistema d’illuminazione e la qualità degli effetti particellari esaltati dai momenti scriptati altamente spettacolari, e il motion capture che riesce a dare alle cutscene una marcia in più. Il tutto si mantiene sempre stabile a 60 fps, ad esclusione di qualche momento davvero concitato. Nel multiplayer invece la fluidità è l’elemento fondamentale, per questo motivo il team di sviluppo per mantenere i 60 fotogrammi al secondo granitici è sceso un po’ a compromessi con una qualità grafica leggermente abbassata che non riesce a raggiungere quella vista durante la campagna. Niente di preoccupante comunque visto che quanto si vede nel multiplayer è tutto sommato buono.

Di ottimo livello anche la componente sonora con una colonna sonora che riesce a enfatizzare i migliori momenti della campagna, un buon doppiaggio e una buona effettistica.

Commento finale

Call of Duty: WWII è il ritorno di cui la saga di Activision aveva assolutamente bisogno. Sledgehammer Games ha creato un pacchetto davvero ricco di contenuti capaci di intrattenere a lungo i giocatori grazie a un multiplayer competitivo solido e una campagna co-op zombie sempre divertente. Peccato solo che il singleplayer si sia limitato a fare il compitino fallendo non provando minimamente a offrire qualcosa di più fresco e ad ampio respiro restando quindi ancorato al passato per quanto riguarda la struttura di gioco. I fan di vecchia data saranno felici di questo ritorno alle origini, mentre i giocatori più giovani che si sono avvicinati alla serie solo negli ultimi anni proveranno la gioia di scoprire qualcosa di nuovo mantenendo sempre il tipico feeling di Call of Duty.