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Recensione Blackwood Crossing

di: Ulell

Quando mi è stato chiesto di recensire Blackwood Crossing non sapevo cosa aspettarmi. Adesso, dopo averlo provato e completato, mi trovo qui davanti ad un foglio virtuale bianco, quasi senza fiato, dopo aver vissuto, e sottolineo vissuto, la storia della nostra protagonista: Scarlett.

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Una storia.

Definire Blackwood Crossing “avventura grafica” è riduttivo. Si tratta di un bellissimo viaggio all’interno di un mondo particolare, che non si può descrivere senza anticiparvi qualcosa sul gioco. Posso solo dirvi che la nostra storia comincia in un treno, che sarà il vero filo rosso di questa storia che vivremo in prima persona indossando i panni di Scarlett, una giovane ragazza che insegue il suo fratellino rompiscatole e capriccioso: Finn. Durante il racconto di questa storia dovremo risolvere alcuni piccoli rompicapo basati soprattutto sulla nostra capacità di guardarci intorno e di far combaciare le varie possibilità che il gioco ci offrirà. In alcuni dialoghi inoltre, ci verrà chiesto di scegliere il tipo di emozione con il quale rispondere alle richieste di Finn.

Tecnica ed emozioni

Dal punto di vista grafico, Blackwood Crossing è davvero ben fatto. Nessun calo di framerate influirà negativamente sull’esperienza di gioco (ma data la sua natura, mi sarei stupito del contrario), ma una presenza preponderante di aliasing, soprattutto nelle zone aperte, renderà meno gradevole la vista d’insieme. La palette colori è ben resa, e la sensazione che trasmette è quella di vivere nel bel mezzo di un sogno/incubo a seconda delle situazioni. Ben resi i mini dialoghi in inglese (sottotitolati in italiano) e belle le musiche, costruite per sottolineare al meglio il momento che stiamo vivendo.

The end

La fine di ogni storia prima o poi arriva. Ed in Blackwood Crossing arriva fin troppo presto. Il gioco è completabile in 3-4 ore, a seconda di quanto ci teniate a raccogliere i vari oggetti sparsi per il mondo di gioco che ci permetteranno di sbloccare gli obbiettivi, ma tante volte inutili al fine della storia.

My two cent

Credo che il costo del gioco, 15,99€, sia sproporzionato se rapportato alla durata complessiva dell’esperienza ludica, ma corretto se rapportati all’intenzione dei creatori del gioco: far vivere al giocatore  un film interattivo in prima persona, che ci farà provare delle emozioni molto forti come angoscia, paura, gioia, dolore e commozione. E in fondo, per andare al cinema a vedere un film dove non siamo protagonisti, non spendiamo più o meno la stessa cifra?