Recensioni

Battlefield Hardline

EA e Visceral Games rivoluzionano Battlefield e trasferiscono il campo di battaglia a Miami, tra assassini e spacciatori di droga. Un cambiamento totale con due soli esiti: vittoria o fallimento. Andiamo a scoprire se Hardline, oltre al coraggio ha dimostrato anche il suo valore concreto!

di: Simone "PulpGuy88" Bravi

EA e Visceral Games rivoluzionano Battlefield e trasferiscono il campo di battaglia a Miami, tra assassini e spacciatori di droga. Un cambiamento totale con due soli esiti: vittoria o fallimento. Andiamo a scoprire se Hardline, oltre al coraggio ha dimostrato anche il suo valore concreto!

Che c’è in TV stasera? Battlefield Hardline

Niente più eroi e super soldati in medio-oriente. L’azione si sposta nelle strade più putride della Florida, a Miami, regno dei signori della droga. Sulla scia di famose serie come The Shield interpreteremo un novellino appena arrivato al distretto e subito catapultato in una storiaccia di spaccio e agenti corrotti, banalotta e senza mezzo spunto che possa catalizzare l’attenzione del giocatore nonostante la presenza di attori anche di un certo livello come Benito Martinez, uno dei protagonisti proprio di The Shield e visto recentemente anche in House Of Cards. Non ottimale il face-capturing che restituisce volti quasi apatici, sprecando un cast importante. Per il resto cliichè a profusione e sviluppo prevedibile. Tanti saluti al tentativo di dare una rinfrescata alla serie strutturando la narrazione per episodi come una serie TV. Ne viene fuori una serie di quelle brutte.

Manette infinite

Abbiamo approcciato la campagna singleplayer veramente speranzosi. Il cambiamento di setting e di contesto ci aveva dato un buon presentimento, smentito dopo pochissimi minuti. Alle meccaniche ormai rodate di un classico FPS su sfondo cittadino (quindi in aree di gioco molto più ristrette e trite nel level design) Visceral ha voluto fare un minestrone di idee riprese da altre produzioni. In primo luogo le fasi investigative, utili soltanto per spezzare il ritmo di gioco altrimenti gradevole. Poi la feature forse più idiota di tutta la produzione: l’arresto dei criminali. In prossimità dei nemici, infatti, potremo estrarre il nostro bel distintivo per spaventarne fino a tre contemporaneamente, da ammanettare poi con tutta la calma del mondo, palesando una scorta di manette infinita. Una volta faccia a terra rimarranno lì, immobili, senza chiamare aiuto e con il simbolo ZzZz sulle loro capocce, manco li avessimo narcotizzati con la pistole di Snake. Perché dovrebbero dormire se li abbiamo solo ammanettati? Mistero. Comunque Hardline introduce una a dir poco basilare componente stealth che permette virtualmente al giocatore di superare qualsiasi livello semplicemente stordendo i nemici o ammanettandoli, incentivando per giunta queste due dinamiche con punti esperienza utili a sbloccare gadget e armi. Una scelta scellerata che distrugge clamorosamente tutto il divertimento delle godibili sparatorie che di tanto in tanto, timidamente, fanno capolino, insieme a delle inutili fasi a bordo dei veicoli caratterizzati da uno stile di guida più elementare di quello di GTA III. Come longevità siamo sulle 6 ore, come livello di sfida, anche a difficoltà Veterano, sotto lo zero. Un fallimento su quasi tutta la linea che, francamente, non ci aspettavamo. Le idee c’erano, solo che la maggior parte erano sbagliate ed il resto mal sfruttate.

Se non puoi battere il nemico, cambia campo di battaglia

EA ha capito che forse non potrà mai contrastare lo strapotere di COD nonostante la fanbase di Battlefield sia comunque molto folta. Il quarto capitolo si è rivelato catastrofico dal punto di vista del multiplayer, tra sbilanciamenti e problemi di stabilità. L’idea più saggia era quindi quella di cambiare tutto anche qui e fortunatamente le cose sono andate meglio che nel singleplayer. Niente più guerriglia ma sparatorie urbane a corto raggio, in mappe decisamente più piccole e meno permissive (soprattutto per i cecchini fortunatamente). Il camping è comunque sempre favorito da aree in cui l’azione, per forza di cose si concentra, e l’arma suprema diventano i fucili a pompa. One shot one kill. Le nuova modalità sono Crossfire e Rescue, molto simili tra loro (nella prima le due squadre devono salvare un vip, nella seconda degli ostaggi portandoli in spalla) e del tutto poco convincenti dal punto di vista degli obiettivi. In entrambe, infatti, è possibile portare a casa la vittoria sterminando il team avversario, come in un banalissimo deathmatch. Hotwire invece richiederà di salire a bordo dei veicoli e restarci più a lungo della squadra avversaria. Noia mortale: anche qui tutto camperati per accumulare esperienza e soprattutto soldi. In sistema di crescita e sblocco delle armi è infatti cambiato drasticamente. Le due varianti non saranno collegate ma basterà acquistare l’arma nell’apposito negozio con i soldi guadagnati nel gioco per averla a disposizione. Una novità che abbiamo apprezzato molto in quanto bilancia positivamente il gameplay. In generale comunque le modalità classiche risultano divertenti, pur senza strafare, dimostrando al contempo una stabilità dei server finalmente appagante. Tornano le classiche 4 classi di soldato ma scordatevi elicotteri, carrarmati e mappe sconfinate. Al loro posto ci sono piccoli elicotteri da trasporto, auto e moto, con la possibilità di far sparare i passeggeri. Se inizialmente questa esperienza risulta divertente però, bisogna fare presto i conti con quel modello di guida spartano di cui parlavamo nel capitolo precedente, che rende orripilante qualsiasi scontro manifestazione della fisica di gioco. In generale, di questo calderone di Guardie e Ladri, la modalità che ci ha più appassionato è senza dubbio Heist, in cui un team dovrà rapinare una cassaforte mentre l’altro, come polizia, dovrà fermarli, impedendogli di arrivare ai punti di fuga. E’ tutto più “in piccolo” nonostante permanga una modalità a 64 giocatori, francamente ingiocabile dato lo spaventoso caos che la caratterizza. Peccato, infine, il mancato inserimento di qualche missione in cooperativa “ad hoc” che avrebbe arricchito sicuramente la deprimente campagna principale.

Miami di notte

L’impatto grafico generale di Hardline non sarebbe nemmeno malvagio. I modelli poligonali sono discreti così come le texture e gli effetti di luce ma è nella rifinitura che il team ha cannato clamorosamente. Compenetrazioni poligonali a go-go, obiettivi che a volte scompaiono dalla mini-mappa rendendo impossibile il proseguo della missione e mixaggio audio disastroso. Buona la distruttibilità degli ambienti (da sempre fiore all’occhiello della produzione) anche se decisamente meno convincente nelle partite online. Nonostante l’ottimo doppiaggio (fuori sync ovviamente) a volte i rumori ambientali copriranno totalmente i dialoghi, rendendoli incomprensibili. Il resto è tutto nella norma ma da un titolo per due console di questo calibro ci saremmo aspetti un balzo in avanti più deciso rispetto alle vecchie piattaforme.

Cambiamento=Involuzione

Non ci siamo. Battlefield Hardline è un titolo che non ci ha convinto, anzi, ci ha estremamente deluso, soprattutto per la campagna principale, che prometteva di distaccarsi finalmente dal filone bellico a cui questa e la principale saga concorrente ci avevano abituato. Il tentativo di far sembrare il gioco una serie televisiva fallisce in un susseguirsi di clichè narrativi e clamorosi svarioni nella struttura di gioco. Online le cose migliorano sensibilmente, soprattuto sul versante stabilità ma anche qui pregi e difetti sono ancora troppo vicini in termini di quantità. Poteva essere un titolo molto divertente se solo questo spirito di cambiamento fosse stato incanalato nella giusta direzione. Nei videogiochi avere la botte piena e la moglie ubriaca, a volte, è d’obbligo.

  • Bel tentativo il cambiamento di setting

  • Online migliorato sensibilmente in stabilità e ribilanciato

  • Modalità Heist divertente

  • Storia banale e mal raccontata

  • Campagna singleplayer disastrosa

  • Alcune modalità online poco riuscite

  • Comparto tenico poco curato