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Recensione Assassin’s Creed IV: Black Flag

Arr, ciurmaglia! Siete pronti a solcare le acque del Mar dei Caraibi con la Jackdaw e il suo capitano-assassino Edward Kenway?! Riuscirà il nuovo capitolo di Assassin's Creed ad essere un nuovo blockbuster?! Leggete la recensione di Console-Tribe a cura di Gianmarco "St Jimmy" Forcella!

di: Gianmarco Forcella

Dopo tanta attesa, finalmente è sbarcato sui lidi nostrani il nuovo Assassin’s Creed IV: Black Flag, il primo della celebre saga ad arrivare su console di nuova generazione e con un compito gravoso, ovvero cercare di rimediare al danno causato dalle avventure di Connor lo scorso anno e proporre una valida alternativa alla figura di Desmond, protagonista della serie fin dal primo capitolo, rilasciato nell’ormai lontano 2007. Ubisoft avrà intrapreso la giusta direzione? Scopritelo insieme a noi, ciurma di Console-Tribe!

La storia fin qui

Dopo gli eventi di Assassin’s Creed III il mondo è tornato alla tranquillità. Una calma apparente: Giunone è stata liberata, grazie al sacrificio di Desmond Miles ed ora sembra essere diventata la sovrana indiscussa dell’intero pianeta. In questa cornice, continua la lotta secolare tra Assassini e Templari: l’Abstergo ha ora creato una sua sottosezione, chiamata “Abstergo Entertainment”, la quale società, grazie alla partnership con la software house Ubisoft, pubblica videogiochi basati su fatti realmente accaduti (il vero obiettivo è usare la A.E. come copertura per raccogliere più dati possibili sull’ubicazione dei Frutti dell’Eden, oggetti in grado di sottomettere la mente delle persone o, come nel caso di questo nuovo capitolo, informazioni e il luogo esatto in cui è collocato “L’Osservatorio”).
Ed è qui che comincia l’avventura con il nuovo protagonista, di cui non viene mai fatto il nome: saremo semplicemente “Campione 17”, ovvero la persona incaricata di scavare nel codice genetico del “donatore Desmond Miles”, e in Black Flag avremo, appunto, il compito di rivivere i ricordi di Edward Kenway, nonno di Connor e padre di Haytham. Prima di arrivare in ufficio, però Melanie, la nostra referente, ha bisogno di accertarsi se siamo veramente in grado di poter ricoprire tale ruolo, facendoci fare un primo tuffo nel passato.
Il giocatore fa quindi la conoscenza, per la prima volta, del nuovo protagonista, sebbene in un momento molto delicato: la nave su cui si trova Edward è infatti attaccata da un assassino e distrutta, finendo naufrago su un’isola assieme all’assalitore. Quest’ultimo, poiché tenterà di attentare alla vita del pirata, verrà ucciso e Kenway-Padre ruberà l’identità a quest’uomo, impossessandosi dei vestiti, gli armamenti e il nome, dirigendosi poi ad Havana.

Un gameplay praticamente quasi nuovo

Per poter parlare propriamente del gameplay che Assassin’s Creed IV: Black Flag offre, è opportuno suddividere questo paragrafo in quattro sezioni: a terra, in mare, subacquea e presente.

Sez. 1 – Le care e vecchie maniere

L’esperienza di gioco offerta durante la propria sosta sulla terraferma è rimasta più o meno invariata: ci si alterna infatti tra combattimenti, missioni di assassinio o “caccia ai templari”, una novità all’interno della saga.
I combattimenti, nonché l’arsenale di Edward, non hanno ricevuto nessun pesante stravolgimento, fatta eccezione per l’aggiunta della Cerbottana (vista finora solo su Assassin’s Creed III: Liberation per PS Vita), che va a sostituire i dardi avvelenati della lama celata: questi infatti, assieme ad altre piccole frecce avvelenate che fanno impazzire il nemico, potranno essere sparati direttamente in maniera del tutto furtiva e silenziosa dalla nuova arma. Nelle sequenze di combattimento, invece, il nonno di Connor risulta essere molto più veloce di quest’ultimo e molto più abile con la spada: se infatti con le lame celate gli attacchi risultano deboli e lenti, con l’arma bianca per eccellenza le fasi di attacco si fanno più frenetiche e veloci, come in nessun Assassin’s Creed finora.
La novità nel gameplay “terrestre” è senza ombra di dubbio però la “Caccia ai Templari”, la cui differenza con le missioni di assassinio è sostanziale: se infatti nel secondo caso si esegue semplicemente quanto richiesto, le cacce hanno una loro storia e una componentestealth molto forte, in quasi tutte le missioni.
A nostro supporto, torna anche la possibilità di assoldare cortigiane, pirati e guerrieri per le strade in modo da nascondersi dalle guardie o usare questi personaggi come diversivo.
Grande assente è invece la possibilità di poter richiamare altri assassini in aiuto durante i combattimenti: non essendo però Edward propriamente un appartenente al Credo in quanto non ne rispetta i principi, la mancanza di questa feature risulta essere giustificata.

Sez. 2 – Issate le vele, ciurmaglia!

La vera novità di tutto Black Flag, assieme alle missioni subacquee, di cui parleremo nella sezione successiva, è senza ombra di dubbio l’esperienza di gioco fruibile in mare, nettamente ampliata rispetto ad Assassin’s Creed III, dove era solo possibile compiere le missioni navali e non andare in giro per i mari della costa est dei nascenti Stati Uniti d’America.
La Jackdaw è una nave molto veloce ed ha un armamento iniziale piuttosto discreto, composto da dei barili infiammabili che vengono gettati in mare in modo da ostacolare i nemici, dei cannoni a prua e laterali. Come è possibile per Edward, anche la nave può essere personalizzata, dall’aspetto fino all’aggiunta di nuove armi come il mortaio o dei semplici upgrade, sia della resistenza del vascello che delle palle di cannone usate. In molti casi però, per poter comprare questi oggetti saranno necessari, oltre ai soldi, anche dei materiali (come il metallo o il rum), che si possono ottenere attaccando i nemici che solcano le acque dei Caraibi. Quando poi si sconfigge del tutto un’imbarcazione nemica, dopo averla abbordata ed aver sconfitto almeno cinque nemici presenti a bordo, il giocatore viene messo di fronte a tre scelte:

  1. Ripristinare una barra della vita della Jackdaw;
  2. Diminuire la notorietà nei mari di un punto;
  3. Fare unire l’imbarcazione appena sconfitta alla propria flotta (funzione che non è stata possibile approfondire in quanto necessita dei server Ubisoft, spenti durante il nostro periodo di test).

Data, poi, la vastità del Mar dei Caraibi, gli sviluppatori han ben pensato di inserire una modalità che permette di far navigare il vascello di Edward a vele completamente spiegate, richiedendo un totale di trenta minuti per completare il giro del mondo di gioco.
Nel tragitto inoltre sarà possibile incontrare dei naufraghi che, se fatti salire a bordo, aumenteranno gli uomini a disposizione (ciò può avvenire anche assoldando PNG alle taverne salvandoli dalle risse), bottino, zone per la pesca (in cui il giocatore dovrà cacciare degli squali) e punti di immersione.
Non manca la possibilità di corrompere ufficiali giudiziari per ridurre la propria notorietà marittima e di assaltare forti: conquistando queste strutture, si potrà scoprire tutto ciò che popola i mari di quella determinata regione (luoghi, scrigni, zone per la pesca o d’immersione).
Da sottolineare, il cambiamento del tempo che avviene in tempo reale: si passa dalla notte al giorno, da nebbia a tempeste fino a veri e propri uragani. Insomma, tutto riprodotto nel massimo della precisione.

Sez. 3 – In fondo al mar, in fondo al mar

Le missioni subacquee caratterizzano forse il vero lato stealth di tutto Black Flag. Accessibili solo a partire dalla sequenza sei, momento in cui si sarà forzati a comprare una campana subacquea, le visite ai fondali marini sono limitate ad un’area circoscritta e quindi già decisa dagli sviluppatori. Al loro interno sarà presente, riprodotta in maniera molto fedele, la fauna marina (sì, rompiscatole di meduse incluse) la quale, appunto, delinea a nostro parere la componente stealth di queste missioni: saremo obbligati a nuotare senza farci individuare, in quanto meduse e squali non possono essere uccisi. Nel percorso di Edward sarà possibile trovare anche dei barili sorretti da un contrappeso, sebbene in quantità limitata, che gli permetteranno di riacquistare l’ossigeno perduto.
Potranno sembrare anche piuttosto macchinose all’inizio ma, prendendoci la mano, è forse una delle parti migliori di tutto Black Flag.

Sez. 4 – Un presente “informatizzato”



Partiamo subito con il dire che nel presente di Black Flag non ci saranno combattimenti di nessun genere: il Campione 17 è infatti un semplice impiegato il cui compito è quello di scavare nei ricordi di Edward Kenway per poter tirare fuori un buon prodotto videoludico (teoricamente). Un elemento fondamentale e di primaria importanza per il protagonista dei giorni nostri è il “Trasmettitore”, una sorta di tablet che fornisce la mappa dell’area, e un menù in cui è possibile consultare tutti gli elementi trovati per l’ufficio di Montréal dell’Abstergo. Questo oggetto è importante proprio perché altrimenti, senza quest’ultimo, non sarebbe possibile interagire con gli elementi circostanti: si accede al proprio Animus, si raccoglie materiale come i “Post-it” (nei quali vengono evidenziate interessanti caratteristiche sul rapporto tra uomo moderno – Giunone) ed altro. Aprendo questa sezione, abbiamo esordito affermando che non ci sarebbero state sequenze di combattimento. Cosa dovrebbe fare quindi il Campione 17? Aiutare gli Assassini a rubare dati all’Abstergo. Il protagonista non sa veramente niente di questo mondo e, per colpa di una richiesta ricevuta da un tecnico dell’IT dell’Abstergo, si ritrova ad hackerare computer dai quali estrarrà dati, mostranti elementi molto importanti per la storia della saga (come cosa è successo a Desmond dopo il 21 dicembre 2012), cominciando ad avere familiarità con la guerra millenaria che intercorre tra Assassini e Templari. I dati che vi saranno richiesti, dovranno essere poi consegnati a vecchie conoscenze della saga, ovvero Shaun e Rebecca. Le sessioni di hacking sono quindi i “combattimenti” di questo nuovo personaggio principale e se ne incontreranno tre varianti:

  • Si ruota attorno ad una sfera di dati e bisogna far in modo che il proprio segnale passi interamente su una linea continua verde, in modo da poter sfondare il firewall;
  • passare attraverso le falle di sicurezza di un firewall, per accedere ai dati;
  • trovare dei valori tali da poter riformare la stessa rappresentazione grafica di una funzione proposta per poter accedere alle telecamere di sicurezza.

Per arrivare in alcune aree del palazzo Abstergo, sarà necessario possedere una tessera con determinati livelli di sicurezza, che saranno fornite durante il progredire del gioco.
Peccato solo per l’assenza di un vero sistema firewall, come in Deus Ex, dove se si veniva individuati scattava un sistema di rilevamento che avrebbe bloccato l’hacking entro un minuto.

Un nuovo aspetto

Prima di parlare dell’aspetto grafico di Assassin’s Creed IV, vogliamo spendere due parole sull’interfaccia dei vari menù, ricreata ex-novo, a partire da quello principale che, con uno stile che si rifà molto a Windows 8, raccoglie in un’unica e semplice schermata tutte le funzioni più importanti, assieme al multigiocatore, l’accesso ad uPlay ed AC: Initiates (piattaforme proprietarie di Ubisoft).
Anche il menù durante le sessioni di gioco nel passato è stato completamente ridisegnato: viene definitivamente abbandonato lo stile usato dal 2007 ad oggi a favore di una schermata in cui mostrare al centro gli obiettivi principali, mentre lateralmente le varie voci disponibili nonché i traguardi raggiunti con le sfide di AC: Initiates. Al suo interno è inoltre possibile comprare i potenziamenti per la Jackdaw ed Edward, nonché forgiare gli upgrade
per l’equipaggiamento dell’assassino tramite i bottini che si ottengono dall’uccisione degli animali, come una corazza migliore o la possibilità di aggiungere un massimo di due nuove pistole.
Dulcis in fundo, anche il selettore delle armi durante il gioco è stato cambiato: non si ha più una pausa temporanea con relativa apertura di una visuale a schermo intero che mostra tutte le armi disponibili, ma semplicemente un selettore composto da due righe (una orizzontale ed una verticale) in cui è possibile velocemente scorrere e scegliere l’armamento da utilizzare. Il tutto, senza mettere in pausa la propria esperienza di gioco.
Rispetto quindi a ciò che è avvenuto in passato con i precedenti titoli, questa è sicuramente una soluzione molto buona e rapida anche nell’uso, in quanto molto intuitiva.

Ripercussioni della next-gen su generazione attuale

La grafica è l’aspetto più importante all’interno di questo Assassin’s Creed, essendo il primo ad approdare su console di nuova generazione: proprio per questo motivo, la qualità visiva ne ha risentito anche sulle piattaforme di gioco attuali, ottenendo un livello di realismo non lontanamente paragonabile a quello presente di Assassin’s Creed III. C’è un “ma” , facilmente intuibile dal titolo di questo paragrafo: questa nuova uscita della guerra tra Assassini e Templari è stata principalmente pensata, graficamente parlando, per console next-gen e PC, perciò PS3 ed Xbox 360 reggono con molta difficoltà questa mole di dati (es.: suoni dello scoppio di bombe fumogene/granate in ritardo). Ciò causa anche un frame-rate molto ballerino, effetto che si ripercuote principalmente sui suoni e i filmati, che vengono visualizzati molto lentamente: durante le fasi di esplorazione/combattimento, non abbiamo appunto riscontrato nessun tipo di rallentamento.
Sebbene non sia comunque il massimo, in termini grafici, che si possa raggiungere su una console di attuale generazione, gli sviluppatori di Ubisoft sono riusciti ad usare appieno la potenzialità del loro motore grafico, raggiungendo livelli veramente ottimi. Il raggiungimento di questi “vertici” ha però favorito il frame-rate ballerino, a causa della troppa mole di dati da gestire.
Notevole è anche la colonna sonora selezionata per questa nuova avventura nel mondo di Assassin’s Creed, grazie a tracce molto belle ed accuratamente selezionate.
Ultima nota a favore va per il doppiaggio: Black Flag è stato doppiato in maniera veramente eccelsa, specie il personaggio di Barbanera, a cui il celebre attore italiano Francesco Pannofino ha prestato la sua voce.

Assassino per caso

All’interno della nostra redazione, sono moltissimi i redattori che apprezzano la saga di Assassin’s Creed e tutti attendevano l’arrivo di questo nuovo capitolo, specie per vedere il personaggio di Edward Kenway, presentato come un assassino molto carismatico e quasi al pari di Ezio Auditore. Man mano che solcavamo le acque dei Caraibi, però, l’entusiasmo generale è andato a calare sempre più, sostituendosi ad un sentimento di delusione: una storia molto debole e non in linea con le precedenti uscite (fatta eccezione per quella ambientata nel presente), un protagonista che già dalla prima sequenza e senza nessun tipo di addestramento conosce tutte le mosse degli assassini (salto della fede incluso), un uomo che non rispetta per niente e non giura fedeltà all’Ordine ma ne fa parte solo perché ruba i vestiti a uno di loro.
In ogni caso Assassin’s Creed IV: Black Flag è sicuramente un titolo da provare, essendo l’unico vero gioco che offre la vera “esperienza pirata”. Se invece siete grandi fan della serie, vi consigliamo di abbassare fin da subito le vostre aspettative per non rimanere molto delusi come lo siamo stati noi.