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Recensione Aragami: Shadow Edition

di: Federico Lelli

In un pacchetto che include il primo Aragami, uscito nel 2016, con tutti i DLC e l’espansione aggiuntiva Nightfall, Lince Works pubblica nuovamente il proprio titolo d’esordio in questa che edizione chiamata Aragami: Shadow Edition.

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Nascosto nell’ombra

Gli Aragami sono spiriti vendicativi nati dal risentimento che vivono nel buio e che si muovono liberamente attraverso le ombre. Nella nostra storia sarà uno spirito ad evocarci per vendicare lo sterminio del suo villaggio e porre fine alle manovre espansionistiche dell’esercito della luce. Nato senza scopo e senza memoria l’Aragami inizialmente non fa altro che eseguire gli ordini, ma scoprirà presto che il suo passato e quello dello spirito che lo ha evocato sono collegati e procedono ancora parallelamente.

Nelle fila dell’esercito della luce ci sono due tipi di avversari, l’arciere e la guardia, che in realtà non si differenziano molto: l’attacco dei secondi anche se parte da una spada genera infatti un fascio di luce che ci fa fuori allo stesso modo delle frecce. Essere scoperti da entrambi vuol dire avere qualche secondo per darsela a gambe oppure subire la loro reazione, che per noi è sempre fatale perché impregnata di luce.

Questo rende Aragami: Shadow Edition un gioco puramente stealth dove l’unico obiettivo che avremo sarà quello di girare tra i livelli cercando di evitare a tutti i costi l’incontro, a meno che non sia alle spalle o comunque immediato, ma in generale dove l’attesa e il muoversi di ombra in ombra pagherà sicuramente molto di più come strategia.

L’Aragami, oltre ad avere la propria spada, è quindi un ninja che si muove in maniera furtiva le quali abilità maggiori sono tutte concentrate nell’approccio silenzioso: la capacità più grande del nostro avatar, nonché la prima che sbloccheremo, è infatti quella di potersi teletrasportare in maniera istantanea da una zona d’ombra all’altra, scomparendo letteralmente davanti agli occhi dei nostri nemici. Questo ci permette di muoverci quasi liberamente nella mappa senza esporci troppo, addirittura evitando completamente di essere notati dalle varie sentinelle.

Il titolo valuta con un punteggio la nostra esecuzione finale premiando allo stesso modo l’approccio difensivo e quello offensivo: in questo modo possiamo scegliere se procedere tra i nemici come un’ombra di zona in zona, rischiando però sempre di essere scoperti quando torniamo sui nostri passi; o se eliminare le minacce esponendoci però durante le esecuzioni e lasciando sul terreno la traccia dei nostri omicidi che può allertare le altre guardie.

Raccogliendo varie pergamene guadagneremo inoltre punti abilità da spendere in altri poteri, non necessariamente fondamentali ma che semplificheranno il nostro percorso, sia in fase di attacco, che in difesa, che nella semplice perlustrazione di segreti e obiettivi.

Con un mapping che premia i tasti dorsali per le azioni più comuni, tutte le funzioni sono comunque a nostra disposizione anche quando avremo sbloccato tutti i poteri aggiuntivi, il sistema di controllo abbastanza semplice e immediato fa però il paio con delle dinamiche di gioco che sicuramente non premiano la varietà, anche per i limiti imposti dal gioco che vuole essere uno stealth a tutti i costi.

Probabilmente per questa edizione non c’è stato modo di dare una pulita al codice perché come il predecessore Aragami: Shadow Edition presenta un comparto tecnico che va dal mediocre allo scarso con un framerate problematico e momenti di tearing (anche se il v-sync può essere attivato dalle opzioni) a fronte di un numero sicuramente non eccessivo di poligoni da muovere; neanche la scelta del cel shading riesce a mettere una pezza all’esperienza visiva, presentando spesso texture spalmate e a bassissima definizione e ambienti poco ispirati.

L’espansione che fa da prequel alla storia originale non rende il pacchetto particolarmente più appetibile, ma sicuramente questo Aragami: Shadow Edition può essere un buon modo per recuperare un onesto titolo che fa degnamente quello che sceglie di essere: uno stealth game senza molti compromessi. Se volessi fare un complimento enorme a questo gioco vi direi che per qualche verso mi ha anche ricordato Tenchu, anche se il capolavoro di From Software rimane ancora oggi molto più profondo, strutturato e giocabile. Se la grafica non è tutto per voi e vi manca lo stealth puro di una volta potreste darci un’occhiata.