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Recensione Ace Combat 7: Skies Unknown

di: Simone Cantini

In fondo quando un brand di richiamo ritorna in forma di free to play, non è certo un mistero che le attenzioni spasmodiche dei fan finiscano rapidamente per scemare senza pietà, andando a bollare il tutto come occasione malamente sprecata. Proprio per questo, facciamo un attimo finta che Infinity non sia mai esistito, e pertanto accogliamo Ace Combat 7: Skies Unknown come un figliuol prodigo che, dopo anni di vagabondaggi più o meno felici, è tornato finalmente a casa. Ed il mio personale e rapido bentornato tributato in occasione di Lucca Comics & Games 2019, nonostante la fugacità dell’incontro, si era rivelato tutto sommato sentito (avete letto l’anteprima, vero?), ma devo dire che una volta seduti a banchettare, la situazione ha finito per assumere connotati ancora più rassicuranti.

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Dark blue

Dopo le mai troppo digerite divagazioni realistiche, Ace Combat 7: Skies Unknown sceglie di riportare i giocatori a solcare i cieli di Strangereal, confinando i conflitti aerei lungo il fittizio continente che ospita la Federazione Oseana ed il Regno di Erusea. Noi, come prevedibile, vestiremo i panni di un pilota oseano, nome in codice Trigger, la cui sorte precipiterà bruscamente dopo una missione apparentemente pronta per essere portata a termine. Ovviamente non vi spoilero nulla per non rovinarvi la sorpresa, ma sarà questo lo spartiacque che ci vedrà rapidamente cambiare approccio, almeno formalmente, agli scontri. La sceneggiatura, ad opera della penna di Sunao Katabuchi, ci presenta il solito canovaccio bellico oramai consolidato, con alcuni filmati stilisticamente interessanti (mix di elementi reali e digitali) che andranno ad intervallare i vari briefing, e la cui particolare fotografia non può che lasciare un piacevole segno nei nostri ricordi. Pur facendosi seguire senza troppe complicazioni, ammetto di aver comunque ben presto trascurato il susseguirsi dei vari bollettini di guerra, limitandomi a godere in pieno del lavoro svolto dal Team Aces una volta salito a bordo dell’aereo di turno. Si tranquillizzino, comunque, gli amanti del single player, visto che di carne al fuoco ce ne è a sufficienza per intrattenere a dovere, complice un livello di sfida tutt’altro che permissivo già a difficoltà standard (delle tre disponibili), che richiederà una notevole abilità, oltre che una buona dose di pazienza in alcune particolari sezioni. È proprio in questa altalenante curva di complessità, difatti, che risiede uno dei pochi punti critici di Ace Combat 7: Skies Unknown, che non si preoccupa di alternare senza continuità di sorta missioni completabili al primo tentativo, ad altre che ci vedranno fallire più e più volte, talvolta perché si esaurisce l’esiguo tempo a nostra disposizione, non si riesce a comprendere bene l’obiettivo principale, oppure non siamo adeguatamente equipaggiati. Il secondo di questi tre casi è dovuto al fatto che, in certi frangenti, saranno le conversazioni radio (in lingua inglese o giapponese) ad indicarci come procedere, ma data la caoticità dell’azione e dei numerosi rumori ambientali, non sarà sempre facile capire tutto ciò che ci viene detto (a poco servono i sottotitoli quando siamo in coda ad un agile jet nemico!). Capita, inoltre, che a dispetto di un briefing esaustivo ed in grado di suggerirci aereo ed armi ottimali, le sortite subiscano modifiche improvvise in corso d’opera, situazione che potrebbe trovarci decisamente impreparati (maledetta missione 13!). Si tratta di criticità che, se calate all’interno di una produzione mediocre, finirebbero per affossare qualunque prodotto, ma fortunatamente non è questo il caso di Ace Combat 7: Skies Unknown.

Free as a bird

Il titolo Namco Bandai, difatti, poggia le sue basi su di un gameplay talmente solido ed appagante da rendere assolutamente piacevole anche il ripetere decine di volte il medesimo passaggio. Qualunque sia l’impostazione dei comandi scelta, sia essa più arcade o vagamente simulativa, manovrare i vari velivoli sarà sempre un piacere, vista l’eccellente risposta che riceveremo di volta in volta, indipendentemente dalla tipologia di mezzo scelta. Questi si divideranno in tre categorie, bombardieri, intercettori e misti, ognuno dotato del proprio bravo set di armi e delle proprie peculiari caratteristiche, sia banalmente estetiche che più squisitamente meccaniche. Il modo tramite il quale potremo ampliare la flotta a nostra disposizione, come vuole la tradizione, richiederà l’impiego di alcuni punti, ottenibili portando a termine con successo le varie sortite. Questi saranno sfruttati per avanzare all’interno di un vero e proprio Albero degli Aerei, tramite il quale potremo anche recuperare alcune componenti utili a modificare le prestazioni e le specifiche del velivolo prescelto, donando al tutto un lieve sentore ruolistico. Il parco mezzi che pian piano si andrà srotolando sotto le nostre dita non è, forse, a prima vista smisurato, ma vi sfido a portare a casa in tempi umani tutto quello che Ace Combat 7: Skies Unknown ha in serbo per noi. Una volta che avremo deciso come partire, sarà il momento di aprire le danze ed iniziare a sfrecciare nel cielo, ed è qua che la produzione Namco Bandai inizia davvero a fare la voce grossa, proprio in virtù del suo già citato eccellente gameplay. Presa confidenza con il setting di comandi a noi più congeniale, sarà un gioco da ragazzi iniziare ad eseguire le più ardite manovre, così come sarà un vero piacere venire a contatto con la rinnovata centralità degli elementi atmosferici che il team ha predisposto per l’occasione, capaci di ampliare lo spessore tattico dell’intera produzione. L’ultimo capitolo della serie, difatti, può vantare su di un sistema dinamico di gestione delle nubi, oltre che sulla presenza di precipitazioni atmosferiche, due elementi in grado di incidere attivamente sul gameplay. Gli ammassi gassosi, difatti, potranno servire per intralciare i sistemi di puntamento avversari, ma andranno anche ad impattare sulla visibilità generale, oltre che a inficiare sulle prestazioni dell’aereo se vi stazioneremo troppo a lungo. Fondamentali saranno anche le condizioni metereologiche più disparate, che ci vedranno volare alla cieca all’interno di potenti tempeste di sabbia, oppure immersi nella nebbia o nel bel mezzo di una pioggia battente, rallegrata da poco raccomandabili fulmini. Insomma, da questo punto di vista la varietà non manca e, soprattutto se giocherete scegliendo la visuale interna (raccomandatissima, per quanto mi riguarda), il coinvolgimento sarà ancora maggiore. A tal proposito, mi sento in dovere di applaudire il modo squisitamente tecnico con cui simili elementi sono stati messi in scena dal Team Aces, che pur risparmiando per ovvie ragioni stilistiche sulla complessità ambientale generale, si è fortemente impegnata per rendere quanto mai avvincenti simili mutamenti climatici, così come sono degni di lodi i modelli dei vari velivoli. Fluidità è la parola d’ordine del gioco, con l’Unreal Engine 4 che si è dimostrato un degno supporto in questa sua prima incursione nel mondo di Ace Combat: il frame rate, su PS4 Pro, si è sempre rivelato granitico, anche in occasioni di moltissimi nemici e strutture belliche sullo schermo. Avvincente la colonna sonora ad opera del veterano Keiki Kobayashi, le cui partiture accompagnano sempre a dovere le nostre gesta, garantendo in ogni frangente la dovuta dose di esaltazione. Tutto il gioco è, fortunatamente sottotitolato in italiano, con i soli audio nipponici ed inglesi ad impreziosire il pregevole voice over.

The importance of being Earnest

Presente all’appello anche l’immancabile modalità multigiocatore, caratterizzata da due differenti tipologie di gioco: Battle Royale e Deathmatch a Squadre. Nonostante il nome tanto in voga in questi ultimi tempi, la prima non è altro che il classico tutti contro tutti a punti: capisco la volontà di accalappiare i fan del trend del momento, ma personalmente l’ho trovato un bieco mezzuccio per sdoganare una tipologia di match ben conosciuta da tutti. Qualunque sia l’opzione scelta, potremo contare su tutti i velivoli ottenuti affrontando le varie missioni in singolo, ai quali si andrà ad affiancare una porzione di albero dedicata allo sblocco di peculiari add-on destinati all’uso esclusivo online. Le prestazioni dell’infrastruttura online, almeno in questi primi giorni di apertura dei server, non hanno prestato il fianco a critiche, con un matchmaking sempre rapido e puntuale, a cui si accompagna una totale assenza di lag. Da sottolineare anche come la durata dei match sia stata ottimamente dosata, così da rendere sempre rapida e poco tediosa l’attesa tra una sortita e l’altra: tutto, insomma, pare fortunatamente essere all’insegna dell’immediatezza e del divertimento.

Virtualmente insufficiente

Su PS4, Ace Combat 7: Skies Unknown può vantare alcune feature esclusive rivolte ai possessori di PlayStation VR. Si tratta, invero, di un piccolo contentino non certo in grado di rendere giustizia alla periferica Sony e che, dopo la mia personalissima prova, non fa altro che lasciare con l’amaro in bocca al pensiero di quello che avrebbe potuto essere davvero questa esperienza virtuale nei cieli di Strangereal. La mini campagna che compone la sessione, difatti, conta solo di tre semplicissime missioni, una sorta di blando riassunto di quanto visto nella storyline principale, fiaccate anche dalla possibilità di poter contare su di un solo tipo di aereo. L’avventura si esaurisce, quindi, troppo in fretta per soddisfare i palati degli amanti della VR, beffardamente presi in giro se si pensa a come questo trittico di sortite sia riuscito a strappare applausi a scena aperta per il modo estremamente coinvolgente con cui hanno declinato, in salsa virtuale, l’esperienza canonica del brand. Certo, c’è sempre la possibilità di volare liberamente lungo le tre mappe, oppure di assistere ad alcune trascurabili evoluzioni aeree a bordo di una portaerei, ma è innegabile come si rimanga, purtroppo, con la voglia di tornare davvero a solcare i cieli. Esaminando in modo più oggettivo la situazione, è ovvio come i limiti hardware di PS4 abbiano imposto a Namco Bandai di lasciar fuori l’esperienza nella sua interezza: le missioni VR, difatti, per garantire la fluidità necessaria, non presentano mai troppi elementi su schermo (parliamo di 5-6 nemici alla volta), ma questo non giustifica la mancanza di una campagna dedicata più corposa. Speriamo in qualche patch aggiuntiva in grado di ampliare questo esiguo antipasto.

Ace Combat 7: Skies Unknown si è fatto davvero aspettare un bel po’ dai fan della saga Namco Bandai, ma dopo aver trascorso svariati giorni in sua compagnia, mi sento in dovere di dire che gli anni che ci hanno separato da questo nuovo capitolo ufficiale sono stati ben spesi dal team. La produzione nipponica, difatti, si configura come un degno erede della sua gloriosa tradizione, grazie ad un gameplay impeccabile calato all’interno di una campagna stuzzicante e appagante. Certo, quale lieve limatura in termini di progressione e leggibilità delle azioni sarebbe stata gradita, così come (almeno per noi poveri italiani) una completa localizzazione avrebbe potuto rendere meno ostici del dovuto alcuni passaggi. Poi però iniziamo a librarci nel cielo, magari tuffandoci in picchiata tra le nuvole, mentre la pioggia sferza il nostro abitacolo ed il sinistro rumore di un missile nemico si fa sempre più vicino, ed è a questo punto che tutti i marginali difetti di Ace Combat 7: Skies Unknown finiscono per sciogliersi come neve al sole. Ecco, adesso ci siamo solo noi ed il nostro aereo, con il blu infinito come unico limite.