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Recensione 7th Dragon III Code: VFD

di: Marco Licandro

Arriva da SEGA 7th Dragon III Code: VFD, stranissimo nome del terzo capitolo della serie RPG 7th Dragon, che finalmente approda in Occidente appena in tempo per quest’ultimo capitolo. Vediamolo insieme.

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Final Chapter

Prima avete capito bene: potremo giocare solo il terzo capitolo della serie. È servita un po’ di ricerca per scoprire che, in Giappone, la serie 7th Dragon uscì su Nintendo DS nel 2009, generando persino qualche spin-off su PSP. Quest’ultimo capitolo, che oltretutto sembrerebbe essere quello finale visto che i produttori Imageepoch sono ormai sciolti, non si introduce in maniera semplice, per via di un nome inutilmente complicato ed una cover altrettanto generica, ma nonostante questo il gioco si rivela molto più di quel che sembra.

7th Dragon III Code VFD VR

Virtual Reality

Avremo modo di personalizzare il nostro protagonista, dandogli un nome, un volto, preferenze su aspetto fisico e vestiti, ed una selezione di ben 40 voci. Una volta sicuri della nostra scelta, ci avventureremo, o per meglio dire passeggeremo nel mondo di gioco tentando di provare un nuovo videogame virale. In questo edificio adibito appositamente al gioco, avremo a disposizione una tecnologia all’avanguardia di realtà virtuale, e potremo oltretutto creare nuovi personaggi da affiancarci in team, così da essere in quattro e sfidare quindi la CPU andando nel passato, quando i draghi invasero la terra.

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Hidden Recruitment

Quello che non potevamo sapere è che il “videogioco” non è che in realtà un sistema di reclutamento segreto, atto a riconoscere il team con la possibilità più alta di sconfiggere realmente un drago. Si dice che la comparsa del settimo drago divino, VFD, segni inesorabilmente la fine del mondo, e l’azienda Nodens è convinta che i draghi stiano ora ripopolando la terra.

Il tutorial all’interno della realtà virtuale spiega come muoversi, salvare, utilizzare oggetti, abilità, attaccare e difendere. I nemici appariranno entro un tempo predefinito in base ai nostri movimenti, alternando ritmicamente una breve fase di esplorazione ad una di combattimento.

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Unit 13

I personaggi del nostro team saranno ben caratterizzati ed avranno tecniche ed abilità differenti, passando dall’agente al duellista al godhand. L’unicità del loro stile è ciò che caratterizza i combattimenti, grazie ad attacchi hacker atti a rallentare il nemico, carte casuali che permettono di evocare mostri elementali, e puri attacchi di forza bruta. Sconfiggere il nemico significherà anche ottenere skill points, determinanti per migliorare le abilità del team e creare quindi il nostro personale stile di combattimento.

Ma non affezionatevi troppo… il team è presto destinato a dividersi in sei, e successivamente in 9, costringendo il giocatore ad adeguarsi a nuovi stili di gioco e trovare il metodo migliore per vincere in battaglia. Dal punto di vista del combattimento abbiamo visto come il titolo tenta quindi di offrire un minimo di varietà ponderata per quanto riguarda i combattimenti. La trama si scioglie in maniera interessante, grazie ad un buon character design che li rende unici sia visivamente che come personalità, interessando il giocatore e spingendolo a continuare.

La crescita del personaggio è anch’essa un modo di ampliare il gameplay grazie alla sede principale della Nodens, che necessita nuove costruzioni così da garantire nuove armi ed equipaggiamento, nonché l’accesso a nuove e potenti abilità.

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Everything Else

Tuttavia la mancanza di 3D è una carenza che, per una console come il 3DS, non è possibile ignorare. È già successo in passato, su titoli come Hyrule Warriors Legends, che il 3D sia disponibile solo su New 3DS così da garantire buone performances di gioco, ma nel caso di 7th Dragon non vi è neppure questa possibilità. Ultimamente non è comunque solo, sappiamo infatti come Pokémon Sole e Luna abbia anch’esso un comparto 3D completamente assente, e nonostante questo possa essere recepito diversamente da ognuno, credo che la decisione di tenerlo disattivato debba essere una scelta ultima del giocatore e di nessun altro.

La soundtrack strizza l’occhio al genere elettronico, con beats in 4/4 e motivetti ripetitivi ma efficaci, regalando al titolo uno stile fresco e dinamico, mentre l’UI dei menu è colorata e curata, ricordando vagamente la perfezione ottenuta dai titoli Persona.

La giocabilità è ottima, grazie a fasi di esplorazione, side quests, parecchi draghi da sconfiggere, di ogni forma e grandezza, ed uno stile di combattimento interessante che pone il nemico di fronte agli occhi del giocatore, nascondendone il team. Anche per questo motivo il 3D avrebbe giovato particolarmente nell’immersione, ma tant’è.

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In the end

7th Dragon III Code: VFD arriva tardi in Occidente, ma non per questo merita di essere ignorato. Anzi, la serie dimostra di essere attuale e decisamente godibile, portando su console portatile uno stile RPG fresco ed interessante, con una buona grafica tridimensionale, una giocabilità sufficientemente variegata ed una progressione dei personaggi ben strutturata. La presenza di quests secondarie divertenti e particolareggiate garantisce anche varietà e longevità, il tutto per creare un JRPG solido e evocativo. Ammesso che vi piacciano i draghi.