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Rockstar Games risponde alle accuse sulle pessime condizioni di lavoro

di: Luca Saati

Vi abbiamo segnalato sul nostro sito le polemiche riguardanti le condizioni di lavoro in Rockstar Games.

La campagna di Red Dead Redemption 2 durerà 65 ore

Alcuni dipendenti di Rockstar Games sono però intervenuti sulla questione rassicurando che lavorano tra le 42 e le 45 ore a settimana. Rob Nelson di Rockstar North ha infatti dichiarato al Guardian:

“L’orario di lavoro medio dei nostri dipendenti varia tra le 42.4 e le 45.8 ore settimanali. Paghiamo regolarmente gli straordinari ai nostri dipendenti, in ogni caso. In Rockstar North lavoriamo duramente ma non vogliamo che questo accada per lunghi periodi di tempo o che diventi parte del nostro metodo di lavoro. Lavorare tanto è motivo di orgoglio per noi? No, non lo è, l’obiettivo è quello di bilanciare il nostro metodo di lavoro in base al progetto o ai progetti che stiamo portando avanti e continueremo a migliorare continuamente sotto questo aspetto.”

Insomma in Rockstar Games c’è il massimo rispetto per gli orari e le condizioni lavorative dei dipendenti, nessuno viene forzato a lavorare ore extra, e anche se fosse gli straordinari vengono pagati regolarmente come previsto dalla legge. Nelson rivela che la settimana lavorativa più lunga si è verificata a inizio luglio: la media lavorativa era di 50.1 ore, il 20% dei dipendenti hanno raggiunto 60 ore, con almeno un dipendente a lavoro per 67.1 ore.

Altre dichiarazioni arrivano da Vivianne Langdon, tool programmer di Rockstar Games San Diego. La sviluppatrice lavora presso Rockstar San Diego da 3 anni e mezzo e non ha mai passato più di 50 ore a settimana in ufficio:

“Generalmente faccio circa 2-6 ore di straordinari pagati a settimana e inoltre mi è stato chiesto di lavorare nei weekend solo una o due volte in questi anni.

I pochi casi in cui faccio degli straordinari lo faccio generalmente perché non voglio fermarmi fino a quando non risolvo alcuni problemi o alcune questioni delicate. Non è il risultato di qualcuno che mi forza per rimanere fino a tardi o che impone deadline impossibili ma piuttosto la mia personale volontà in quanto programmatore. Tra parentesi tutti in Rockstar sono sempre stati incredibilmente gentili e di supporto mentre continuo il mio personalissimo viaggio. Mi sono sempre sentita ascoltata, appagata e rispettata dal team.

Personalmente non sento di lavorare eccessivamente o di essere maltrattata. Detto questo non voglio sminuire la storia che altri potrebbero raccontare e non desidero di certo affermare che questa industria sia perfetta. Il mio obiettivo è solo quello di condividere la mia personale esperienza in Rockstar. Red Dead Redemption 2 ha rappresentato ovviamente molto lavoro per tutti. Sono estremamente orgogliosa del lavoro che io e gli altri abbiamo svolto e incredibilmente eccitata in vista del lancio del gioco.”