Cinema Recensione

I segreti di Wind River – Viaggi interiori e misteri sotto la neve

di: Simone Martinelli

Dopo aver scritto e conquistato letteralmente il pubblico con Hell Or High Water, Taylor Sheridan torna sul grande schermo chiudendo una trilogia iniziata nel 2015 con Sicario di Denis Villenueve: La trilogia della fondazione. I segreti di Wind River è un film di cui non è solamente il sceneggiatore, ma anche il regista, scelta che lo ha portato a vincere il premio per la miglior regia al Festival di Cannes.

La storia narra le vicende di un cacciatore solitario (interpretato da Jeremy Renner) che durante un escursione tra le nevi ritrova il corpo senza vita della figlia di un suo caro amico. Mosso dal senso di colpa e da un passato misterioso decide di unirsi alla giovane agente dell’FBI, Jane Banner (Elizabeth Olsen) in una pericolosa caccia all’assassino. Ben presto la verità verrà fuori risultando più agghiacciante del previsto.

Di fronte a questo concept semplice, ma pur sempre di grande effetto, Taylor Sheridan costruisce un universo facilmente riconoscibile, delimitato da personaggi che non sono solamente alla ricerca della verità, ma anche di loro stessi. Un film che riflette la natura sporca e imprevedibile dell’essere umano, capace di commettere gesti riprovevoli senza la benché minima preoccupazione, e sulla determinazione che ognuno di noi prova nelle situazioni più difficili. Il tutto confezionato con una messa in scena potente e che si dimostra funzionante sin dalle prime inquadrature.

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In mezzo a tutta quelle neve si respira un’atmosfera palpabile e che è in grado di far leva sul senso di mistero che permea per tutta la durata della pellicola e che a metà irrompe, grazie anche a una scelta di montaggio usata sapientemente, in maniera esplicita e veramente brutale. Ovviamente non vogliamo farvi spoiler, ma si tratta della parte più interessante del film.

Ma una storia del genere non sarebbe la stessa senza le interpretazioni dei suoi protagonisti, abili entrambi nel caratterizzare le proprie emozioni e restituirle in maniera naturale al pubblico. In alcuni parti potrebbe risultare tremendamente lento, ma una volta entrati in sintonia con i personaggi e con l’intera vicenda non staccherete più gli occhi dallo schermo. Perché Wind River non è solamente un thriller. È lo studio
di come un uomo supera una tragedia senza mai porvi una vera fine, ma anche un approfondimento sulle conseguenze di com’è vivere in terre dove non si sarebbe mai voluto abitare.

Un racconto costruito su personaggi tormentati che chiude nel migliore dei modi una delle trilogie più interessanti degli ultimi anni.