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Sony – The Night of Experience

Non appena abbiamo saputo che la Sony in persona ci aveva invitato a un evento esclusivo, ci siamo un po' preoccupati. Ma piu' che parlare di turbamento vero e proprio potremmo definire il nostro stato d'animo facendo un esempio: l'esperienza. Esperienza non assolutamente intesa come "bagaglio culturale o personale", ma come vera e propria "esperienza di vita", una sorta di avventura alla cieca. E' un po' la stessa sensazione che proviamo ogni volta, appena prima di mettere piede all'interno di un evento, di una prova, di una dimostrazione o una conferenza sul mondo dei videogiochi. Ci sentiamo gasati, eccitati proprio perche', quasi fossimo un gruppo emergente alla loro ennesima esibizione, ci chiediamo: "Chissa' come andra' 'sta volta...".

di: B1GASS

Non appena abbiamo saputo che la Sony in persona ci aveva invitato a un evento esclusivo, ci siamo un po’ preoccupati. Ma più che parlare di turbamento vero e proprio potremmo definire il nostro stato d’animo facendo un esempio: l’esperienza.
Esperienza non assolutamente intesa come “bagaglio culturale o personale”, ma come vera e propria “esperienza di vita”, una sorta di avventura alla cieca.
È un po’ la stessa sensazione che proviamo ogni volta, appena prima di mettere piede all’interno di un evento, di una prova, di una dimostrazione o una conferenza sul mondo dei videogiochi. Ci sentiamo gasati, eccitati proprio perché, quasi fossimo un gruppo emergente alla loro ennesima esibizione, ci chiediamo: “Chissà come andrà ‘sta volta…”.

In questo caso Sony ci aveva già fornito un aiutino, in quanto lo stesso titolo dell’evento, “The Night of Experience”, ci preannunciava una serata coi fuochi di artificio, strabordante di cose da fare e da vedere insieme alle nostre PlayStation 3.
Rischiavamo di partire col piede sbagliato e non divertirci affatto, ma limitarci a compiere il nostro “dovere” di giornalisti. Ma il titolo altisonante dell’evento non ha deluso le nostre aspettative, anzi, siamo persino disposti a mettere la mano sul fuoco e giurare davanti a tutti voi: “Non abbiamo mai visto tanta carne a cuocere in così poco tempo”.

Per “carne” ovviamente intendiamo quei prodotti appetitosi che rispondono al nome di “videogiochi”, e se volete un resoconto in unità di misura tipo “chili” o “calorie”, vi spiattelliamo qui sotto la lista della spesa a cui siamo andati incontro, ma preparate lo stomaco a sopportare un’indigestione elettronica coi fiocchi:

Far Cry 2
Motor Storm: Pacific Rift
Little Big Planet
Prince of Persia
Kill Zone 2
Mirror’s Edge
Fifa 09
Wipeout HD

… e altri ancora!

Di solito capita di vedere tanta materia prima solo negli eventi specifici dedicati al settore videoludico, tra tutti l’E3 di Los Angeles, il Tokyo Game Show e la Game Developer Conference. Solo che qui eravamo a Milano, nella nostra Italia troppo esclusa da questo settore elettronico, eppure tanto caparbia da concepire, a volte, delle trovate geniali come “l’esperienza” a cui abbiamo partecipato.
È raro, lo sappiamo, ma proprio per questo ci siamo prostrati davanti a tanto splendore e abbiamo messo mani alla prima cosa che ci era capitata davanti: FarCry 2.

Dopo aver visto una fila sconcertante di giocatori che cercavano di accaparrarsi 5 minuti di gameplay, finalmente era arrivato il nostro turno. Noi ce la siamo presa comoda e abbiamo testato quello che a nostro parere non è solo uno sparatutto rivoluzionario, ma LO sparatutto da avere a tutti i costi, soprattutto se sul petto avete un tatuaggio che recita la scritta “Hardcore-Gamer”.
Pur non essendo dei fan di PC o strettamente legati al mondo del computer, il primo Far Cry non vi sarà di certo sfuggito, e se ne avete sentito parlare è anche merito di un motore grafico che (all’epoca) faceva letteralmente “paura”, per quanto si avvicinasse alla realtà.
A dirla tutta, però, il secondo capitolo ci è apparso un po’ scarno nell’impatto visivo, privo di texture fondamentali e alcune tinte troppo piatte, ma teniamo comunque in considerazione il fatto che la versione in nostra prova era sì completa, ma non definitiva per il lancio conclusivo.
Il gioco ha saputo in ogni caso mostrare tutti i suoi muscoli e sprigionare il suo potenziale: 50 chilometri quadrati di terreno calpestabile con svariati veicoli e tante missioni (principali e secondarie) che sbucano ad ogni angolo, al punto tale che ci è parso di avere a che fare con una sorta di Oblivion in chiave moderna, a suon di mitra e lanciafiamme.

Un altro titolo che ci ha stupito non poco è stato Mirror’s Edge, che tenta di cambiare letteralmente “prospettiva” nel genere platform, spostandosi da un punto di vista in terza persona ad uno in soggettiva. Trattasi di un gioco molto particolare, che vi mette nei panni di una pseudo-postina-spia del futuro che dovrà saltare e arrampicarsi da un palazzo all’altro per raggiungere una precisa meta, e quindi portare la “posta” a destinazione.
Giocando abbiamo notato subito un pregio e un difetto sostanziali, e sinceramente riteniamo siano una scelta di concept-design consolidato a prescindere dalla percentuale di completamento del gioco in nostro possesso: saltare i palazzi con una rincorsa restituisce una sensazione di vuoto, altezza e vertigini molto realistica, grazie anche all’assenza di musiche in background e all’implemento di soli effetti audio come il vento, il calpestio dei vari materiali o il traffico della città lontano svariati metri sotto i piedi della protagonista. I colori pastello tendenti al blu, con spruzzi di colore rosso in alcuni punti, e i riflessi del sole al crepuscolo ci sono piaciuti non poco, così come i filmati d’intermezzo in stile “cartone animato”, tutti molto ben realizzati e piacevoli alla vista.
L’aspetto negativo, o meglio che ci ha emozionato meno, è proprio il gioco in sé: una struttura un po’ chiusa, che non rispecchia appieno la totale libertà di movimento di cui invece dovrebbe godere, e una memorizzazione di tasti e combinazioni di comandi/movimenti troppo ardua da ricordare o da intuire. Alcune azioni, poi, sembrano troppo servite, tanto che si ha l’impressione di far finta di giocare, ma piuttosto seguire dei binari prestabiliti dal team di sviluppo. C’è da considerare che non siamo stati tutta la serata a giocarci, quindi non sentiamo di esprimere giudizi o sentenze assolute, soprattutto in fase di pura anteprima.

Un gioco che, invece, Console-Tribe decide di premiare a prescindere dal tempo di prova impiegato, è il mitico e sempre più atteso Little Big Planet. Non servono molte parole per descrivere un titolo di questo calibro, anche perché o siete schierati dalla parte di quelli che non ne vogliono avere a che fare, oppure siete in quel gruppo di persone (come noi) che rinuncerebbe alla vita sociale, alla ragazza, a una nuova macchina o a una guerra dei mondi improvvisa nel cortile della propria casa, pur di giocarci una giornata intera. Noi l’abbiamo provato, quindi non ce ne vogliate se non andremo incontro a problemi di proporzioni bibliche, e dobbiamo assolutamente consigliarvi di comprarlo non appena sarà disponibile.
Avrete a disposizione tante di quelle cose da fare, inventare, scambiare e mostrare agli altri che potrete utilizzare il gioco anche solo come passatempo, o se preferite “perditempo”. Little Big Planet è un titolo che vanta di uno dei più corposi e geniali editor di livelli, al punto da trasformare la vostra TV in una lavagnetta magica sempre al vostro servizio, pronta per accogliere la vostra creatività e ogni poro del vostro estro, qualunque esso sia.

Per quanto riguarda tutti gli altri titoli sopra citati non vogliamo entrare nel dettaglio per vari motivi. Uno dei quali è che riteniamo sia doveroso fare delle considerazioni più approfondite per ciascun gioco, anche perché il tempo di prova che ci è stato concesso, prima di passare il turno ad altri giornalisti “speranzosi” come noi, era abbastanza risicato. Vogliamo condividere con voi, comunque, qualche appunto di viaggio e curiosità su quanto abbiamo visto: Kill Zone 2 è migliorato notevolmente, soprattutto nel profilo grafico riteniamo sia stato il gioco col maggior impatto visivo dell’evento, grazie a un sistema di illuminazione e sfocature d’alto livello.
Il nuovo Prince of Persia, invece, non ci ha stupiti molto: l’idea di implementare la tecnica cartoonesca del cel-shading su sfondi 3D tradizionali non è male, ma il gioco non ha mostrato delle novità o stravolgimenti eclatanti. Insomma, sicuramente è un gioco che saprà come accontentare i fan della serie, ma tutti gli altri?
Infine facciamo una menzione speciale per quel che riguarda Pacific Rift, il seguito ufficiale del tanto apprezzato Motor Storm uscito in concomitanza con l’esordio della PS3. Il gioco è rimasto pressoché invariato, ma uno dei livelli che abbiamo testato ci è apparso molto più aperto e sconfinato rispetto persino ai circuiti assaporati nel primo capitolo, con tanto di spiaggia e mare da un lato e un vulcano in piena eruzione dall’altro che facevano da cornice narrativa alle nostre sporche avventure fuoripista.

Arrivati a questo punto vi chiediamo: avete digerito tutto?
Speriamo di si, perché tutta questa abbondanza riempirà gli scaffali dei negozi proprio tra pochi mesi, o addirittura tra poche settimane, e non vorremmo che vi trovaste nella condizione tale da mettervi a dieta di videogiochi. Non tentate di farlo, rischiereste davvero di perdervi dei primi piatti saporiti, e dei dessert niente male.

E a proposito di cibo, l’evento è continuato all’insegna di stuzzichini di varia natura, accompagnati dalla vista di prelibate ragazze e dalla sponsorizzazione di altri prodotti Sony, che spaziavano da notebook a fotocamere digitali fino ad arrivare a vere e proprie salette allestite a mò di cinema, il tutto condito dalla proiezione di recenti film in tecnologia Blu-Ray Disc e casse acustiche home-theater di ultima generazione.

Sono intervenuti persino i pezzi grossi della famiglia Sony, tra cui Gildas Pelliet (Direttore Generale e Amministratore Delegato Sony Italia) che ha fatto il punto della situazione riguardo l’avanguardia elettronico-tecnologica dei propri prodotti, Gaetano Ruvolo (General Manager di Sony Computer Entertainment Italia) che ha affermato solenne la possanza del marchio PlayStation e dell’importanza che riserba nel settore dell’intrattenimento digitale, e infine Fabrizio Ferrucci (Amministratore Delegato e Direttore Generale di Sony Pictures Home Entertainment Italia) che ha concluso dichiarando che Sony va di pari passo col mondo del cinema, e come tale rimarrà una tecnologia sempre in prima linea.

Che siano elogi o autocelebrazioni a noi poco importa, in fondo tutti sappiamo quanto Sony e PlayStation hanno saputo spremere il massimo, e quanto hanno fatto per noi in tutti questi anni.
A nome di videogiocatori vi confidiamo che siamo rimasti più che soddisfatti di questa avventura, anzi, di questa “experience”, e siamo tornati a casa con la riprova che quando Sony decide di fare le cose in grande non si smentisce affatto, anzi, si prende sul serio e alla lettera.
Complimenti e grazie, davvero una gran bella “esperienza”!