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Assassin’s Creed: Origins – L’antico Egitto come non l’avevamo mai visto

di: donFotter

Le aspettative per il nuovo Assassin’s Creed erano molto elevate dopo l’anno sabatico che la serie principale si era concessa: Origins è riuscito non solo a convincere critica e pubblico con le sue corpose novità, ma ci ha anche regalato un antico Egitto come meglio non potevamo immaginarlo. Abbiamo constatato che questa convinzione è diventata una certezza con la versione Xbox One X, che riesce a dare quel qualcosa in più soprattutto grazie all’HDR, ma lascia anche intendere come Origins non sia stato pensato per le console di mid-gen e che probabilmente per il salto di qualità definitivo dovremmo aspettare il suo successore. Siamo di fronte ad una grande delusione? Assolutamente no: l’Egitto su One X è decisamente più affascinante di come lo ricordavamo.

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Giallo Africa

La prima cosa che resta impressa quando si gioca ad Origins è sicuramente la tipica tonalità Giallo Africa che viene messa in risalto nei  paesaggi dove sabbia e deserto la fanno da padrone risaltano: il Sole ha un tono ben preciso, che si percepisce essere differente da quello tipico europeo caratterizzato da una tonalità decisamente più calda, tipica dei paesi più vicini all’equatore. Grazie all’introduzione dell’HDR, questa particolarità cromatica viene messa ancora di più in risalto e riesce a restituire una ricostruzione decisamente convincente dei colori tipici del paese degli antichi faraoni. Il discorso è valido anche durante le ore notturne, dove la palette cromatica rimane decisamente più calda rispetto a quelle visto in altre produzioni. Per inquadrare meglio il concetto facciamo un rapido paragone con The Witcher 3: ambientato in un continente immaginario, ispirato al freddo nord Europa, la luce del giorno è decisamente l’opposta, fredda ed estremamente nitida, mentre quella in Origins è diametralmente opposta, calda e meno rigida. Il colore tendente al giallo è una costante in Origins, che risalta molto anche nelle fasi esplorative in città, dove il bianco degli edifici accentua questa tendenza, costruendo un mondo di gioco incredibilmente realistico e godibile. Ma certamente le migliorie non si fermano ai colori: ogni aspetto del gioco giova della potenza aggiuntiva di One X e, come in tutti gli open world, la profondità dello scenario è la cosa che appare più evidente, soprattutto in un mondo di gioco così vasto come quello di Origins.

Ma torniamo al discorso su luci ed ombre, perché dove Origins riesce a compiere un salto di qualità ancor più evidente è decisamente mentre ci si trova in spazi chiusi come case e grotte: la presenza di una nebbiolina decisamente realistica, e neanche minimamente pixelata, unita ad una volumetria della luce estremamente realistica dona all’ambiente una resa incredibilmente vicina al fotorealismo, che rende le esplorazioni al chiuso il momento più gratificante dal punto di vista grafico. Il gioco si comporta decisamente bene anche nei momenti sott’acqua e nelle città, dove ovviamente Alessandria spicca per qualità e quantità: un giro nell’antica biblioteca è qualcosa di veramente impressionante, si respira decisamente l’odore dei libri che traspira dalle pagine ingiallite dei libri. Anche la vegetazione appare decisamente più estesa e credibile, con il tipico piacevole effetto di ray tracing tra i rami e le foglie degli alberi che salta all’occhio ogni volta che ce lo si ritrova davanti. L’esplorazione fluviale e marittima è risulta decisamente più godibie grazie alla maggiore profondità del mondo di gioco: il numero di navi e npc è estremamente elevato. Non si raggiungono probabilmente i picchi di Unity, ma allo stesso tempo non si hanno mai cali di frame rate, se non in qualche rara situazione. I dettagli dei personaggi e le texture sono superiori rispetto alla versione per console base, ma forse è qui che manca quel salto di qualità visto in altri giochi: per quanto i dettagli siano più nitidi, è evidente che la qualità non sia poi così differente rispetto a quello che si è visto su console, soprattutto se ci si ferma ad osservare nel dettaglio alcuni elementi di gioco, come tende o tappeti. Si poteva fare di più e questo lascia intendere che probabilmente gli sviluppatori hanno preferito concentrarsi più sul gameplay e sugli aspetti tecnici del gioco, a discapito della qualità grafica generale.

Nulla di imperdonabile, anche se siamo certi che si possano ottenere molto di più da una produzione di questo genere. E’ nella componente tecnica che troviamo i più importanti miglioramenti che Assassin’s Creed Origins riesce a compiere su Xbox One X rispetto a concorrenza e versioni base della console: il frame rate è ancorato ai 30 FPS, con giusto qualche sporadico calo quando si sposta la telecamera in determinati contesti, mentre ovviamente la risoluzione è la più alta possibile su console, decisamente oltre PS4 Pro, con picchi massimi di 3584×2016 molto vicini al 4K reale, anche se non viene mai raggiunto. Concludiamo con un piccolo accenno alle fasi in cui si usa l’aquila Senu, un’esperienza non particolarmente profonda dal punto di vista del gameplay, ma al contrario incredibilmente godibile dal punto di vista della resa visiva e che invoglia decisamente a lasciarci andare qualche minuto, giusto per ammirare il paesaggio.

Caricamenti, rumore e riscaldamento

L’idea che il gioco non sia stato pensato per le console di mid gen traspare anche da alcuni dettagli circa il riscaldamento e il rumore della console: partendo dal fatto che non sono mai stati raggiunti durante le prove livelli fastidiosi, va detto che Origins è fino ad ora il titolo che ha messo più a dura prova Xbox One X per quanto riguarda il calore. Ripetiamo, nulla di allarmante, ma al tatto è decisamente più netta la percezione del calore sviluppato rispetto alle prove effettuate con altri giochi, così come capita abbastanza frequentemente di sentire le ventole in azione. Ripetiamo che non si raggiungono mai livelli di guardia o eccessivi, ma questo può essere indice del tipo di supporto fornito dagli sviluppatori: mentre l’Ombra della Guerra si presentava impeccabile, come The Witcher 3, Assassin’s Creed Origins presta leggermente più il fianco sotto l’aspetto dell’efficienza termica e del rumore prodotto. Passando ai tempi di caricamento, la media è vicina a quanto visto su Xbox One S, anche se in alcuni casi si scende sotto i tempi della console liscia. I caricamenti non sono mai risultativi eccessivamente lenti, anche perché sono decisamente rari data la struttura completamente open world del gioco.

Conclusioni

Assassin’s Creed Origins su One X è il primo passo della serie verso un nuovo standard di definizione e di livello di dettaglio, che lascia sorpresi, soprattutto per chi gioca per la prima volta alla serie, ma non riesce a far ripetere quella sensazione di Wow che ad esempio Unity con la sua Parigi ci aveva regalato. Dall’altra parte però Origins si dimostra decisamente più convincente dal punto di vista tecnico, con un frame rate molto stabile ed una risoluzione decisamente elevata. Le basi su cui costruire ci sono tutte dunque, non resta che aspettare il prossimo capitolo della serie per capire quanto Ubisoft sia attratta dalle console mid gen, godendosi l’apprezzabilissimo antico, e giallo, Egitto.