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V.I.P. 006 – Solid Snake [Metal Gear Solid]

Il vero nome di colui come colui che rende possibile l'impossibile e' ancora avvolto da una fitta nube di mistero. Nonostante questo, il suo nome in codice e' uno dei piu' celebri di sempre: stiamo parlando, ovviamente, di Solid Snake.

di: Giovanni "Abari" Pinizzotto

Hideo Kojima e Yoy Shinkawa nelle loro rispettive carriere, l’uno di autore di videogiochi e l’altro di disegnatore, rimarranno indelebili nella memoria degli amanti di videogames per aver avuto il merito di dar vita ad uno dei capolavori videoludici più famoso di tutti i tempi, vale a dire: Metal Gear, reso celebre, oltre che per la splendida giocabilità, anche per la presenza di uno dei personaggi dal carisma spropositato e quasi inumano, che ha saputo tenere incollati allo schermo milioni di videogiocatori, intenti a compiere le gesta dell’uomo che ben presto verrà conosciuto “come colui che rende possibile l’impossibile”.

Nome: David o Dave (sebbene non si abbiano certezze anagrafiche)
Cognome: Non pervenuto
Soprannome: Solid Snake e Iroquis Pliskin (pseudonimo usato solo in Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty)
Età: 42 anni (geneticamente più di 80)
Nazionalità: Americana
Occupazione: Mercenario / Soldato d’elite / Miglior soldato di tutti i tempi
Prima apparizione: Metal Gear – Konami, Ultra Games – MSX2, NES, MS-DOS, Commodore 64 – 1987
Ultima apparizione: Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots – Kojima Productions – PS3 – 2008
Prossima apparizione: non è dato saperlo, ma speriamo che in qualche modo ci sia

Ha detto: “Un vero uomo non ha bisogno di leggere il suo futuro, se lo crea da sé

Di uomini così non ne fanno proprio più

Era il lontanissimo 12 luglio del 1987 quando per la prima volta i giocatori dell’epoca ospitarono nei loro “preistorici” dispositivi di intrattenimento un’avventura stealth che li avrebbe definitivamente catapultati in una nuova dimensione di gioco. L’idea, lo sviluppo della trama e dei personaggi principali, sono da attribuire al genio di Hideo Kojima, al tempo appena ventiquattrenne e fresco di assunzione presso la prestigiosa Konami Corporation.
Il giovane sviluppatore aveva già le idee chiare riguardo al suo avvenire e forte di un’influenza dettata dall’amore per il cinema d’azione di chiara impronta statunitense e per la narrazione d’avventura, non ebbe difficoltà ad ambientare il suo primo lavoro in un contesto militare, prendendo spunto dall’affascinante mondo delle guerriglie e dello spionaggio bellico, puntando soprattutto verso una caratterizzazione efficace del protagonista, riuscita a pieno con lo sviluppo di Metal Gear Solid per Playstation, che ha fatto conoscere al grande pubblico uno dei personaggi videoludici più amati di sempre, un nome, quello di Solid Snake, che si identificherà con un eroe in grado di cambiare nel tempo pur rimanendo sempre se stesso, portando il suo creatore alla consacrazione definitiva come uno dei più geniali game designer della storia.
Nulla è stato lasciato al caso e la sua genesi è stata curata nei minimi particolari, partendo dall’aspetto caratteriale, fino ad arrivare alla struttura fisica, fondendo quanto di buono aveva impressionato il giovane Kojima durante le sue letture e le sue maratone cinematografiche.
E’ il magnifico film Fuga da New York ad influenzare pesantemente la creazione del personaggio, tanto da far includere il soprannome “Snake Pliskess” in Metal Gear 2, tributo a Jena Plissken, interpretato da un eccezionale Kurt Russell, la cui benda nell’occhio sinistro sarà un segno inconfondibile nella fisionomia di Big Boss e di Snake in età avanzata.
Il nome “Iroquis” si carica anche di un duplice senso, quello di ricordare la tradizione degli Irochesi, abitanti nativi della zona dove oggi sorge la città di New York, e quello di attribuire al nomignolo dato il significato di un termine usato nella lingua degli Uroni nordamericani, che riconoscevano in esso un grosso serpente nero.
La struttura fisica del personaggio passa anche attraverso altre influenze, attingendo a modelli d’eccezione quali: Christophr Walken e Michael Biehn (Metal Gear), Mel Gibson (Metal Gear 2) e Lee Van Cleef (Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots).
Anche il nome del personaggio, malgrado le incertezze anagrafiche, è pregno di riconoscenza verso il grande cinema e opera un tributo anche al mondo dei videogames, non a caso David, o Dave, sono chiari riferimenti a due personaggi ben precisi, l’uno a David Bowman di 2001: Odissea nello spazio, l’altro a Dave Forrest di Policenauts, gioco creato dallo stesso Hideo Kojima. Coincidenza che conferma come anche il destino ha voluto che fosse scritto quel nome, è poi quella che vede il doppiatore ufficiale della serie, David Hayter, chiamarsi allo stesso modo.
Dunque, siamo di fronte ad un personaggio che sin dal suo esordio è risultato complesso nella sua essenza, poliedrico e testimone sulla sua pelle di come tutto cambia, subendo nel corso dei vari capitoli una inevitabile metamorfosi che porterà uno spocchioso, risoluto e irriverente giovane soldato a divenire un consumato eroe, triste e stanco, rassegnato ad essere quello in cui, ormai, nemmeno lui stesso si riconosce sotto il peso del ricordo di ciò che è stato.

 

“Combatti quando devi combattere. Uccidi quando devi uccidere”

Tutto ha inizio in una piccola nazione armata conosciuta come Outer Heaven e tiranneggiata dal perfido Colonnello Vermon Ca Taffy, deputata a centro di sperimentazione della più temibile arma di distruzione di massa, nome in codice: Metal Gear. L’organizzazione militare elitaria FOX HOUND, sotto il comando del più celebre combattente che sia mai esistito, Big Boss, è chiamata ad intervenire mandando in loco uno dei suoi migliori agenti, tale Gray Fox. Ben presto l’operazione riserverà inaspettati risvolti e la cattura dell’agente infiltrato Fox decreterà ufficialmente la scesa in campo del nostro beniamino, giovane recluta alla sua missione d’esordio. Il primo capitolo della serie, così come il secondo, non portano la dicitura Solid, motivo per cui qualcuno li considera come facenti parte di un prequel che anticipa l’inizio del brand vero e proprio, segnato dal rilascio di Metal Gear Solid per Playstation, datato 1998. Per gli appassionati della serie, invece, già quei primi capitoli hanno decretato la nascita di un gioco di culto e, sebbene non abbiano fatto registrare un’impressionante successo di vendite, sono stati pregni di significato e di chiavi di lettura per il disvelamento dell’intricata personalità di Snake, da sempre molto travagliata, difficile da cogliere, emblematica, affascinante e misteriosa. Eroe taciturno, incredibilmente dotato di capacità intellettiva e fisica, esperto in diversissime tecniche da guerriglia, oltre che nell’uso delle armi, nel combattimento corpo a corpo (CQC) e nell’arte del mimetismo. Indimenticabili i primi istanti di gioco di Metal Gear Solid alle prese con un’incursione subacquea in una base militare dell’Alaska circondata dal gelido mare di Bering, dove l’obiettivo primario della missione coincideva con la liberazione del Direttore della DARPA (Donald Anderson) e del Presidente della Arms Tech (Kennet Becker). Bisogna parlare subito di innovazione completa e radicale capace di scrivere, e a buon diritto, un nuovo sistema di intendere un videogame, accorpando con abilità elementi action ed architetture video degne di una produzione hollywoodiana, che mettono ancor più in risalto la figura di Solid Snake, erigendola a simbolo, osannandola a vero e proprio mito. Inserendo meccaniche originali, come l’invito di Big Boss a spegnere la console per non completare l’obiettivo finale (Metal Gear – NES) o il cambio della porta del controller per evitare che Psycho Mantis continui la lettura della mente anticipando i movimenti di gioco (Metal gear Solid- Playstation), gli sviluppatori hanno determinato un’estensione che va ben oltre la rigidezza caratteriale del personaggio lasciando spazio alla natura stessa del giocatore, che subentra attivamente all’interno degli equilibri tra il protagonista e gli antagonisti.
La personalità ben definita di Solid Snake riesce a calamitare il giocatore portandolo ad identificarsi con il guerrigliero duro e rude che, però, al momento giusto, sa anche dare spazio ai sentimenti, come accade durante le innumerevoli scene post boss di fine livello, dove viene dato ampissimo spazio all’aspetto umano del nostro eroe, messo a confronto con la realtà dello sconfitto, con il rispetto verso chi, davanti ai suoi occhi e per sua mano, sta perdendo la vita, regalando sullo schermo una gestualità sul vinto che solo un uomo vero e d’altri tempo sa avere. Un gioco e un approccio al personaggio che hanno fatto scuola, consegnando a più generazioni un veterano di guerra che oltre “a fare piazza pulita” sparando all’impazzata, usa l’ingegno, sa avere pazienza, nervi saldi e sangue freddo per portare a termine la missione.
La vita per un mercenario non è di certo delle più semplici, ma le cose si complicano ulteriormente quando si ha addosso anche la pressione di essere considerato uno tra i soldati migliori del mondo: addestrato, manipolato, forgiato per essere il cambattente perfetto. Solid Snake è stato partorito in laboratorio facendo parte del progetto “Les Enfantes Terribles”, un esperimento militare con l’obiettivo di mischiare i geni dei militari più promettenti a quelli del più grande guerriero del XX secolo, Big Boss, al fine di sintetizzare il DNA perfetto, creare la macchina da guerra senza precedenti: implacabile, spietata, inesorabile. L’esperimento andava ben oltre la semplice ricombinazione biunivoca, ed ecco che in provetta vengono generati tre prototipi diversi, uno con i geni dominanti dell’eroe pluridecorato, uno con i recessivi e l’ultimo, il terzo fratello, con i geni misti. Tre strumenti di distruzione: Solid Snake, Liquid Snake, Solidus Snake; tre fratelli, tre destini incrociati indissolubilmente, scritti per entrare nella storia, nati per essere senza rivali.
Per capire l’esatta collocazione all’interno di questa scansione occorrerà attendere degli anni e fare luce e chiarezza su come siano avvenute le spartizioni, accorgendosi, solo alla fine, che ciò che conta davvero non è quello che provette e scienziati hanno stabilito, ma la voglia di esserci e di determinare la propria esistenza costruendo il destino di un eroe, come solo Solid Snake, tra i tre, sarà in grado di fare. Forte del suo addestramento e coperto da un corredo genetico che rasenta il leggendario, il nostro, si distinguerà ben presto sul campo di battaglia. Dopo gli eventi di Outer Heaven (Metal Gear) e la sconfitta di Big Boss, vero artefice della combutta contro la NATO, il novello eroe abbandona definitivamente la FOXHOUND, con un ingresso a sorpresa nella CIA che durerà circa sei mesi, al termine dei quali, deciderà di dare le dimissioni anche da tale organismo governativo. Messo da parte “il gruzzolo”, l’arma letale, sembra voler abbandonare definitivamente le scene di guerra ritirandosi in una landa canadese per vivere serenamente i giorni che gli restano. Un uomo nato per battagliare, però, difficilmente resisterà lontano dall’azione, ed ecco l’ennesima chiamata in FOXHOUND, stavolta voluta dal Colonello Roy Campbell per destituire il dittatore di Zanzibar Land (Metal Gear 2: Solid Snake). Imbracciata l’artiglieria si torna a respirare l’odore acre di sangue, si torna in trincea, si torna ad essere vivi. Gli eventi che da questo momento in poi si susseguiranno porteranno ad altre uscite di scena del caro Snake, con altrettanti ritorni memorabili in nome di una giusta causa. Proverà a far perdere le sue tracce fino in Alaska prima degli eventi di Shadow Moses (Metal Gear Solid), ma non ci sarà verso, il richiamo alla propria natura e la sua stessa essenza non potranno fargli dismettere la mimetica da combattimento, tanto da ritrovarsi complice di Organismi contro armi e tecnologie militari (Philantropy) per lo sviluppo del semi androide Metal Gear, coinvolto nel tentativo di sventare gli intrighi internazionali orditi dal fratello Solidus a capo dell’organizzazione Sons of Liberty (Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty), fino ad arrivare all’epilogo della sua esistenza da guerriero, allo scontro finale con una parte di se stesso, con i suoi ricordi e con il suo passato.
Scene commoventi, scene di fragilità di una figura superomistica che si lascia apprezzare anche per il suo aspetto “umano” e per la sua impotenza al di fuori dello strapotere dimostrato in battaglia. Scena di chi lotta per la pace, ma contro i propri fratelli, di chi si immola per il giusto, non temendo per la sua vita. Metal Gear Solid 4: Guns of The Patriot sembrerebbe segnare la fine di un uomo portando “Dave” a chiudere definitivamente i conti in sospeso, a scendere da quella giostra su cui forse non sarebbe nemmeno voluto salire, se solo avesse potuto scegliere.
E’ l’esegesi di un mito che non poteva che essere poetica ed epica allo stesso tempo, che lo consegna allo storia, che tiene con il fiato in sospeso fino all’ultimo istante, riuscendo ad incollare tutti, per l’ennesima volta, davanti allo schermo, grazie a quella naturalezza e semplicità di chi, a distanza di più di vent’anni, è sempre stato nei cuori dei suoi sostenitori, senza che quasi occorresse aggiungere dell’altro.

“Onore al merito soldato, Onore al merito”…

 

Appunti di viaggio

L’ultimo capitolo della saga che vede protagonista Solid Snake è Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots, venduto in esclusiva per PS3 oramai ad un prezzo dimezzato rispetto a quello d’uscita. Nel corso dell’esistenza del brand sono stati rilasciati diversi capitoli che con la trama principale hanno avuto poco a che fare, ritenuti veri e propri spin-off, poiché narrano di missioni e/o vicende sul passato dei protagonisti della serie.
E’ del 2010 la smentita ufficiale del film su Metal Gear, le cui trattative erano iniziate nel 2006 e che avevano visto Christian Bale come uno tra i favoriti a ricoprire il ruolo di Solid Snake. I diverbi tra Sony e Konami sulle scelte di produzione sembrerebbero non lasciare margini di recupero, sebbene la riproposizione in celluloide di questa saga memorabile non avrebbe problemi a far registrare un successo al botteghino senza precedenti, tale da trasformarsi in un introito economico non indifferente.
A sopperire a tale mancanza arrivano, invece, alcuni manga autorizzati e raccolti in due volumi dal titolo “Metal Gear Solid”, fedelissimi ai primi accadimenti della serie e che fanno affidamento ad un ritmo narrativo incalzante per non annoiare il lettore. I testi curati da Kris Oprisko e i disegni dall’inconfondibile tratto “sporco” di Ashley Wood promettono pagine capaci di rinverdire i ricordi di chi ha vissuto l’esperienza di gioco in prima persona e di entusiasmare chi non ha mai tenuto un joypad in mano e “vive” per la prima volta quanto descritto.
Interessante anche la collana di libri editi da Feltrinelli che approfondisce diversi aspetti della saga puntando non solo alla cronistoria e nella quale spicca un singolare lavoro del compianto Bruno Fraschini, che ha confezionato una guida introspettiva al personaggio Solid Snake e ai suoi risvolti socio-politici, all’insegna di una sorprendente indagine sui significati e sul successo della serie.
Prima di accomiatarci, con il rispetto dovuto a questo V.I.P., è doveroso citare due sue bizzarre, ma significative, apparizioni avvenute in altri ambiti, pur sempre videoludici. La prima in Super Smash Bros, facendo segnare un guinness come primo personaggio di terze parti ad apparire nella serie. La seconda, invece, in Ape Escape 3, in occasione del minigioco Mesal Gear Solid.
Recentissima la notizia che verrà rilasciata anche una HD Collection multi-piattaforma, che vedrà al suo interno la riproposizione del secondo e del terzo capitolo della saga, usciti per PS2 (Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty e Metal Gear Solid 3: Snake Eater), nonché di Metal Gear Solid: Peace Walker per PSP. Oltre al miglioramento del comparto grafico, verranno inseriti degli obiettivi da raggiungere, con la promessa di un adattamento completo dei giochi alle dinamiche tipiche di questa nuova generazione. Un vero peccato, invece, quello di non poter rigiocare con questa raccolta il mitico Metal Gear Solid uscito su PSX, anche se la Kojima Production è corsa ai ripari facendo sapere che la scelta è stata quasi imposta dal non voler creare un prodotto al di sotto della concorrenza e delle aspettative, a causa di modelli poligonali datati e che avrebbero richiesto una mole di lavoro e una ingente spesa al di fuori delle previsioni per essere riadattati come gli altri. Ci si dovrà aspettare, dunque, un remake ad hoc? Sarebbe cosa gradita, ma è’ ancora presto per dirlo.
Il prossimo appuntamento con la serie è stato fissato entro la fine dell’anno con Metal Gear Solid Rising che determina ancora più marcatamente il definitivo sdoganamento della saga dai dispositivi Sony, visto che verrà distribuito anche perXbox 360 e PC. Insolita la scelta del protagonista, diverso da quello a cui siamo solitamente abituati, visto che muoveremo l’agile e spietato Raiden, divenuto per varie vicessitudini un cyborg. Come annunciato, il nostro eroe non dovrebbe essere della partita, ma la nostalgia e la speranza sono, per un verso o per l’altro, le ultime a morire, soprattutto visto che le vicende narrate si svolgeranno a cavallo tra i fatti accaduti in Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty e Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots.

“War has changed”… Snake Over…

 

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