Articoli

Call of Duty: Black Ops – First Strike

Come tradizionalmente accade ormai da diversi anni, Activision rende disponibile nel primo trimestre dell'anno la prima espansione del suo cavallo di battaglia 2010, Call of Duty: Black Ops, battezzata non a caso First Strike. Diciamoci la verita': ci saremmo meravigliati del contrario, visto e considerato che i DLC relativi alla fortunatissima serie FPS prodotta dal colosso californiano sono una vera miniera d'oro: se da una parte e' un acquisto assolutamente obbligato per tutti gli "hardcore gamer" che si danno appuntamento ogni giorno sui server, dall'altra diventa un fortissimo richiamo anche per coloro che si vogliono divertire ogni tanto.

di: Giovanni Manca

Come tradizionalmente accade ormai da diversi anni, Activision rende disponibile nel primo trimestre dell’anno la prima espansione del suo cavallo di battaglia 2010, Call of Duty: Black Ops, battezzata non a caso First Strike. Diciamoci la verità: ci saremmo meravigliati del contrario, visto e considerato che i DLC relativi alla fortunatissima serie FPS prodotta dal colosso californiano sono una vera miniera d’oro: se da una parte è un acquisto assolutamente obbligato per tutti gli “hardcore gamer” che si danno appuntamento ogni giorno sui server, dall’altra diventa un fortissimo richiamo anche per coloro che si vogliono divertire ogni tanto. I numeri fatti registrare il 3 febbraio, giorno di rilascio di First Strike su Xbox Live, danno ovviamente ragione alla strategia di Activision: il DLC è stato acquistato da poco meno di 1,5 milioni di utenti in sole 24 ore, con un incremento del 25% rispetto a Call of Duty: Modern Warfare 2 – Stimulus Package. Questi sono i numeri, ovviamente in attesa che l’espansione venga rilasciata il 3 marzo anche su Playstation 3. Il prezzo? 1200 Microsoft Points, 15 euro (in attesa di conferma) sul PSN.

L’espansione confezionata da Treyarch comprende quattro nuove mappe e uno scenario inedito, dedicato esclusivamente alla modalità Nazi Zombie. Vediamo il tutto nei dettagli.

Berlin Wall

Un nome, una garanzia. La neve ricopre una Berlino distrutta dalla guerra: il muro divide la mappa di ampie dimensioni che si struttura su due livelli di altezza e presenta diverse particolarità architettoniche a seconda dell’area in cui ci si trova. Le due aree della mappa sono separate dalla zona rossa, attraversabile in modo incolume solo seguendo un unico accesso, dal momento che tutti gli altri attivano le torrette automatiche. Qualsiasi sia la zona, l’ambientazione cittadina permette una notevole varietà tattica che consente a quasi tutti i giocatori di adattare il proprio stile di gioco: i muretti, i carri armati abbandonati nelle vie, gli interni degli edifici e tutti gli altri anfratti della mappa favoriscono scontri a media e corta distanza di fuoco. La vita è un po’ più dura per i cecchini, dal momento che i livelli, solo due, offrono pochissime postazioni sicure di tiro e, quelle che ci sono, devono essere protette con sistemi di difesa, in primis le preziosissime mine claymore.

Discovery

Copritevi bene, in questa mappa ci troviamo in alta montagna, all’interno di una base militare di medie dimensioni già vista in uno dei flashback della campagna single player, ma decisamente complessa da un punto di vista strutturale. La mappa, su più livelli, è percorsa da un lungo ponte d’acciaio, che offre postazioni ideali di tiro per i cecchini: la zona centrale della mappa è raggiungibile attraversando delle brevi gallerie laterali o percorrendo un ponte innevato, che si rivela però una strada molto pericolosa per la scarsità di ripari efficaci e per la facilità con cui è possibile farlo saltare in aria. Gli spazi di gioco sono prevalentemente aperti, ma la complessità del territorio permette comunque di trovare buone coperture dietro le grandi cisterne, i dislivelli del terreno e le varie gallerie nelle pareti rocciose. Discovery è senza dubbio una mappa in cui è possibile trovare terreno ideale per il proprio stile di gioco, anche se, in più delle altre, ci è sembrata fondamentale la coesione dei membri della squadra.

Kowloon

Non fatevi ingannare dal presente: la Kowloon che fa da scenario a questa terza mappa non è quella attuale ma la famigerata Walled City demolita dal governo cinese nel 1993. Si tratta di uno spaventoso agglomerato urbano di Hong Kong, originariamente fortezza militare, con una densità della popolazione elevatissima: in Black Ops abbiamo già fatto la sua conoscenza nella missione “Numbers”, dunque sappiamo a cosa andiamo incontro. Gli edifici sono praticamente uno sull’altro e questo sposta l’azione su vari livelli, in particolare sui tetti dei palazzi, raggiungibili grazie a lunghe scale a muro; saltare attraverso le finestre è il sistema più veloce per sorprendere il nemico imboscato ma è chiaro che le architetture non permettono ai cecchini di trovare spazio: i punti elevati lasciano troppe vie di accesso e comunque il campo di visuale è troppo ristretto, complice anche la fastidiosa pioggia battente. Lo scontro è di conseguenza incentrato sul fuoco a media e soprattutto breve distanza ed è facile cadere in imboscate: la struttura davvero complessa mette in crisi l’affiatamento con i propri compagni che, ancora una volta, assume un’importanza strategica essenziale per la vittoria.