Hardware-Test

Turtle Beach Stealth 700 – Stealth 600

di: Simone Cantini

Torniamo ancora una volta a parlare, qua su Console Tribe, di Turtle Beach, uno dei marchi più diffusi e famosi per quanto concerne la realizzazione di headset dedicati al gaming. Protagoniste di questo doppio appuntamento sono le Stealth 700 e le Stealth 600, due delle nuove cuffie mid-range che la casa statunitense ha da qualche mese reso disponibili per PS4, Xbox One e PC. Costruttivamente molto simili, i modelli si differenziano comunque, oltre che per il prezzo, anche per una serie di piccole feature, di cui vi parleremo nel dettaglio poco più in basso.

Scarno benvenuto

Lontane dall’essere due headset entry level, ma comunque distanti come fascia di prezzo dai modelli top di gamma, le Stealth 700 e le Stealth 600 si presentano sul mercato ad un prezzo che spazia dai 149,99 Euro del primo modello ai 99,99 Euro del secondo. Si tratta, ci tengo ad evidenziarlo subito, di un range leggermente più elevato di quello che l’effettiva qualità delle periferiche lascerebbe percepire, che a mio personalissimo giudizio (tenendo conto anche di ciò che offre la concorrenza magari meno blasonata) avrebbe potuto essere più basso di almeno una ventina di Euro in entrambi i casi. E già il primo impatto con il packaging è un chiaro segnale di come il costo sia leggermente sproporzionato rispetto all’offerta: la dotazione delle due cuffie è davvero ridotta ai minimi termini, ed è ulteriormente accentuata dal modo spartano in cui si presentano fuori dalla scatola. In entrambe le situazioni ci troveremo davanti unicamente la periferica, accompagnata dallo scarno libretto di istruzioni, il cavo per la ricarica e, nel caso delle versioni per macchine Sony, il ricevitore da applicare alla console. Nessuna sacca per il trasporto o imballi particolarmente ricercati. È chiaro come siano cose quanto mai accessorie, ma tendo sempre a confrontare simili accorgimenti con le mie amate Pulse 2.0, sicuramente di altra pasta per quanto riguarda il semplice benvenuto rivolto all’acquirente.

L’apparenza inganna

A livello puramente costruttivo, al netto di alcune plastiche visivamente non proprio irresistibili, il senso di solidità restituito è invece eccellente, così come il peso generale davvero contenuto, in grado di rendere confortevole l’esperienza d’uso. Un morbido cuscinetto è applicato nella parte inferiore dell’archetto, ma la sua indubbia comodità è in parte mitigata da una certa rigidità della fascia che si va a collocare sopra la testa che, in alcuni casi, potrebbe tendere ad infastidire in seguito ad un uso prolungato. Ma qua siamo nel campo del soggettivo. Ottima invece la scelta di realizzare cuffie ergonomicamente glass friendly, pertanto in grado di adattarsi alla perfezione anche all’utilizzo con occhiali. Ottimi senza appello, invece, i padiglioni da 50 mm, estremamente confortevoli e piacevolissimi al tatto (ricoperti in simil pelle nel modello di punta, mentre sono in tessuto in quello più economico). Al netto di un impatto superficiale non entusiasmante, comunque, sia le Stealth 700 che le Stealth 600 si sono rivelate degne della cura costruttiva con cui Turtle Beach è solita realizzare le proprie creazioni.

Ti sento

Entrambi i modelli si sono rivelati estremamente simili sotto il piano delle pure performance, con una resa sonora decisamente buona anche se non perfetta in tutte le sue sfaccettature. Partendo dalla riproduzione tridimensionale, che si appoggia ad una simulazione virtuale dell’audio multicanale, la spazialità è risultata convincente e precisa, sia per quanto riguarda l’uso in-game che appoggiandosi alla riproduzione di Bluray e DVD. Qualunque sia il preset scelto, tra i 4 disponibili (standard, bass boost, bass & treble boost, vocal boost), si avverte una spinta maggiore sulle frequenze più basse, ma niente che possa dare eccessivamente fastidio e che, anzi, rappresenta un motivo di esaltazione in più in caso si abbino le Stealth 700 o le Stealth 600 a dei frenetici shooter. Molto buona anche la resa della musica, anche se appare evidente come si tratti di apparecchi nati per ben altri scopi. Non molto convincente, invece, la riproduzione delle voci, che sono apparse sempre un po’ troppo “intubate”. Entrambi i modelli, oltre ad un pratico e funzionale microfono rotante alloggiato sul padiglione sinistro, presentano una funzione denominata Superhuman Hearing, un ulteriore preset audio proprietario diretto ai gamer competitivi: di sicuro non indicata a chi predilige la fedeltà sonora, questa funzione permetterà di accentuare determinate frequenze, tagliandone altre, di modo da evidenziare in maniera precisa il rumore dei passi, la ricarica delle armi e così via, così da rendere maggiormente leggibili le situazioni durante gli scontri online. Tutte queste funzioni, nelle Stealth 600 sono attivabili direttamente dall’auricolare sinistro, grazie a due comodi pulsanti tramite i quali è possibile switchare in tempo reale tra le varie opzioni. Discorso a parte deve essere fatto, invece, per le Stealth 700, che si appoggeranno ad una non proprio praticissima app per smartphone e tablet per gestire le varie feature audio. Tra queste troviamo, in questo caso in esclusiva, la cancellazione attiva del rumore che, sfruttando dei microfoni supplementari alloggiati nella cuffia, promette di isolare maggiormente l’utente dall’ambiente circostante. Peccato che alla fine della prova non abbia riscontrato grosse differenze rispetto all’uso comune. A chiudere il cerchio delle differenze tra le due cuffie ci pensa la possibilità di usare il modello più costoso anche in modo cablato, oltre che con i device portatili sfruttando la connettività bluetooth. Buona la durata della batteria interna dei due modelli, che nonostante non raggiunga le 10 ore dichiarate da Turtle Beach, almeno 7-8 ore di utilizzo intenso riesce a garantire.

Connessione diretta

Una menzione a parte meritano le Stealth 700 per Xbox One. Sono infatti tra le prime cuffie wireless ad usufruire della connessione diretta, senza fili ne adattatori vari, con la console di casa Microsoft (in tutte le sue varianti, FAT, S ed X). Una volta sincronizzate, alla stregua di un pad, attivando le cuffie si accenderà anche la console e si potrà godere dello Spatial Sound offerto nelle varie forme a disposizione (per ora Windows Sonic e Dolby ATMOS, quest’ultimo a pagamento a circa 17€). Niente motore dedicato al 7.1 come per la variante PS4 quindi, con risultati tutto sommato soddisfacenti. A livello tecnico e costruttivo siamo ovviamente sullo stesso piano della versione recensita in questo articolo, con tutti i pregi ed i difetti sottolineati. Anche qui l’active noise cancelling, una volta abilitato, sembra far entrare ancora più suoni rispetto a quando è disabilitato, quindi non abbiamo capito bene bene se ci è o ci fa (per fortuna il padiglione isola bene di suo).

Grazie alle Stealth 700 e alle Stealth 600, Turtle Beach si dimostra ancora una volta uno dei marchi più forti in ambito headset. Nonostante un prezzo leggermente più alto di quanto fosse lecito aspettarsi, a cui si uniscono alcune scelte costruttive non proprio di primo piano, la resa audio dei due modelli si è rivelata molto buona ed in linea con le aspettative. A livello prestazionale non ci sono differenze in grado di giustificare la discrepanza di costo, determinata prevalentemente da alcune feature accessorie (e tutto sommato superflue in caso di utilizzo esclusivo in ambito gaming). Se siete in cerca di un paio di cuffie nuove, da regalarvi magari per Natale, le Stealth 700 e le Stealth 600 rappresentano sicuramente un valido investimento, magari solo un po’ più costoso del previsto.