Hardware-Test

RaspiBoy

di: Ivan Caregnato

Abbiamo seguito la storia di RaspiBoy quando era ancora nella fasi iniziali di raccolta fondi su Kickstarter: fondamentalmente il tutto partì da Pierre-Louis Boyer che, dopo aver visto un tutorial sul come modificare un vecchio Gameboy per renderlo un sistema in grado di farci retrogaming emulando i vari sistemi degli anni 70/80/90, trovò la procedura troppo complicata e cercò di pensare ad una soluzione più semplice e più performante.

Da questa idea mantenne il layout squadrato del Gameboy, vi aggiunse un pad derivato da quello del Super Nintendo e la possibilità di collegarlo ad una TV per giocarci con fino ad altri 3 amici. Messo per qualche mese nel “forno” di Kickstarter in attesa dei Baker interessati, da qualche settimana sono state aperte le vendite e noi abbiamo ricevuto la nostra unità. Ne parliamo dettagliatamente in questo articolo, descrivendone pregi e difetti.

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Do it yourself

Partiamo da una considerazione: RaspiBoy è un kit, quindi fondamentalmente non vi arriva un prodotto finito ed imballato ma una serie di pezzi che vanno poi montati. In mani esperte (e per esperte intendiamo che ne hanno già preparato uno e ne conoscono le criticità) non porta via più di 5 minuti; se è il primo con cui avete a che fare allora prendetevi tranquillamente un’oretta di tempo perché, al di là della parte software, ci sono delle problematiche che ve lo faranno aprire e chiudere più volte prima di ottenere un prodotto perfettamente funzionante.

Come scritto, RaspiBoy è un kit che nella sua forma base comprende:

  • Case (disponibile nei colori NERO e GRIGIO, altri colori verranno aggiunti nel momento in cui ci saranno più richieste): il case è di plastica spessa e restituisce una buona sensazione di robustezza.
  • Batteria: disponibile in tagli da 3000mAh (4/5 ore di gioco) o 6000mAh. La versione più “grossa” incide notevolmente sul peso del dispositivo, tenetelo ben presente! La base è compresa nel prezzo del kit, quella più “grossa” richiede un extra da aggiungere all’ordine.
  • Memory card: i tagli disponibili sono da 8GB (circa 5000 giochi in media) 16GB o 32GB. Sono semplici MicroSD, acquistabili anche a parte ma comunque comprese nel Kit. La base è compresa nel kit. Arriva vuota, andrà poi programmata con il software RetroPie.
  • Schermo LCD analogico da 3.5″: di questo ne parleremo dettagliatamente durante l’articolo
  • 8BCraft PCB: l’unica parte realmente creata all’interno di questo progetto. E’ un PCB che fa comunicare tutti i componenti e riesce a gestire la calibrazione del monitor, oltre a contenere un potenziometro per regolare il volume.
  • Modulo per il Gamepad: fondamentalmente la base che rileva i pulsanti premuti
  • Speaker: un piccolo speaker da 8W, ovviamente mono.
  • Viti e componenti di complemento.

Sono inoltre disponibili, pagandoli a parte:

  • Porta USB aggiuntiva: sono presenti 2 porte USB classiche sul RaspiBoy, è possibile aggiungerne una terza con un po’ di lavoro extra. Servirà saldare 4 punti sul PCB ed effettuare un piccolo foro sul case con un taglierino.
  • Pad: ricavato da quello Super Nintendo come layout, va attaccato via USB al dispositivo. Resta ovviamente compatibile anche con altri dispositivi sui quali possa girare RetroPie.

A questo kit mancano solamente 3 cose:

  • Raspberry Pi 0 (versione 1.3, la versione W non è supportata ma possiamo garantirvi che funziona, anche se ovviamente non potete aprire alcun ticket di supporto nel caso andaste incontro a qualche problema). Lo si può trovare spedito sulle 15/16€ circa, non è presente nel kit perché è possibile, per policy di Raspberry, ordinarne solo 1 per persona.
  • Cacciavite a stella di piccolo taglio
  • Forbice (per tagliare l’adesivo con cui si fermerà la batteria al case)

Le istruzioni per il montaggio, programmazione della memoria e modifiche ai file per migliorare l’esperienza le potete trovare all’interno di questa pagina (in inglese per ora) mentre nel caso aveste qualche difficoltà potreste trovare qualche dritta in questa altra pagina che raccoglie un po’ le domande che solitamente pongono gli acquirenti.

Hands on

Tanto per cominciare, abbiamo provato ad usare un Raspberry Pi 0 W, dato che ne avevamo già uno in “casa”.

L’utilità maggiore nello scegliere questo modello rispetto a quello normale è data dal fatto che possiede una interfaccia di rete, sia Bluetooth che WIFI. Questo ci permette di poter far comunicare il RaspiBoy con internet per aggiornamenti vari, nonché di collegarci da remoto tramite SSH nel caso non avessimo tastiere USB da collegare allo stesso ma soprattutto ci potrà permettere di giocare andando a pescare direttamente dal nostro archivio ROM che magari teniamo su un NAS o su qualche cartella di rete, rendendo quindi il taglio della SD del tutto ininfluente. Come fare questo è descritto in questo articolo.

Altra piccola premessa: una volta chiuso il RaspiBoy, non vi sarà più possibile accedere alla SD senza dover riaprire l’intero case. Questa è stata a nostro avviso la prima criticità di questo progetto, anche se ci sono online dei tutorial su come fare per ovviare a questo problema. Tenete però presente che tramite SSH vi sarà possibile modificare ogni aspetto della SD, come se fosse collegata direttamente al vostro terminale. Ci rendiamo conto come questo aspetto non sia proprio alla portata di tutti a livello tecnico, ma potrebbe essere la volta buona per imparare qualcosa di nuovo!

Dobbiamo ammettere di aver trovato qualche difficoltà in fase di montaggio, non tanto perché complesso da assemblare ma per alcuni “difetti” di progettazione inerenti soprattutto ai tasti dorsali. Ci sono infatti due gommini che mettono in comunicazione i tasti dorsali con i sensori di pressione. Questi due componenti, per come sono pensati, non rimangono “fermi” al momento del montaggio, dando origine a tasti non funzionanti o che non restituiscono un feedback soddisfacente al momento della pressione.

Superata la fase di assemblaggio e configurazione, abbiamo individuato le aree di miglioramento di questo progetto, le cose che a nostro avviso non ci hanno soddisfatti appieno (tenendo comunque presente la tipologia ed il budget dell’articolo analizzato):

  • DPAD: il DPAD è abbastanza rumoroso. Confrontato con quello di 8bitdo (lo sappiamo, solo questo articolo costa la metà dell’intero RaspiBoy come prezzo) è decisamente chiassoso; Il resto dei pulsanti meno, va notato. In generale i controlli sono comunque buoni e non abbiamo trovato grossi problemi né lag. Il pad venduto da loro a parte è migliore da questo punti di vista, pur non raggiungendo ovviamente i livelli di 8bitdo. Qualche appunto sui tasti dorsali, dato che rappresentano poi il punto di grip posteriore del dispositivo: qualche millimetro in più di spessore non avrebbe guastato.
  • Schermo: trattandosi di un LCD analogico di livello basso (risoluzione 320X240), la resa cromatica non è sicuramente tra le qualità del RaspiBoy. Anche aggiustando contrasto e luminosità la situazione non cambia molto. Le scritte dei menù all’interno di RetroPie sono spesso illeggibili. Per fortuna conoscevamo bene i vari menù, così non abbiamo fatto molto fatica a districarci tra le varie pagine. È consigliatissimo il tweak per aumentare quantomeno la dimensione dei font dei titoli: lo trovate descritto nella guida linkata poche righe sopra. Fortunatamente all’interno dei giochi la situazione migliora decisamente, offrendo una esperienza migliore di quella descritta prima. Speriamo che prima o poi venga rilasciato un tema ottimizzato e dedicato a RaspiBoy da installare all’interno di RetroPie.
  • Speaker: non si può certo pretendere un suono di alta qualità da uno speaker così piccolo, il problema piuttosto è di un rumore bianco di fondo quasi sempre presente. Molto meglio usando un paio di cuffie, dato che è presente un jack da 3.5 sul fianco del RaspiBoy.

L’esperienza complessivamente è di buon livello: il dispositivo fa il suo lavoro in maniera egregia, anche se ovviamente permangono i limiti propri della CPU che fa girare il tutto: l’esperienza di RetroPie su Raspberry Pi 3, ad esempio, è di ben altro livello. MAME ha qualche difficoltà in più rispetto a FBAlpha, se parliamo di Arcade, mentre Genesis/Megadrive e Super Nintendo non hanno problemi di sorta (ricordo che RetroPie supporta praticamente quasi tutti i sistemi di gioco usciti nel mercato, la bontà dell’emulazione si basa poi sulla piattaforma sulla quale viene fatto girare il tutto). Giocando tramite NAS segnaliamo tempi di caricamento di svariati secondi, leggermente migliore la situazione se giocati all’interno della SD.

Tiriamo le somme

Per la spesa complessivamente da sostenere, RaspiBoy rimane un bel progetto che sicuramente nelle prossime revisioni andrà a migliorare gli aspetti critici evidenziati sopra: la versatilità è il suo punto di forza, anche se in commercio esistono soluzioni simili ma basate su Android, rifinite meglio e di produzione industriale, però decisamente più costose e supportate fino a quando sarà interesse delle aziende a farlo. Questo fondamentalmente è un progetto opensource che gira su Raspberry, quindi supportato della community più grande che esista al momento per questo genere di cose. Noi al momento di sentiamo di premiarlo, anche se con qualche riserva.

Non va assolutamente dimenticata però la doppia anima di RaspiBoy: esattamente come il Nintendo Switch, permette infatti di passage agevolmente da console portatile a console classica. Usando solamente un cavo micro HDMI, c’è infatti la possibilità di collegarla alla TV e giocare quindi assieme ad altri 3 amici (ovviamente se il gioco lo permette) usando il RaspiBoy stesso più altri 3 pad attaccati alle porte USB disponibili (ricordo che di default sono solo due, dovete aggiungere voi la terza ordinando il componente da saldare al PCB, come illustrato nel video segnalato qualche paragrafo precedente). L’esperienza a livello visivo cambia radicalmente usando una TV, anche se molto spesso i monitor HD non sono sempre l’ambiente ideale per chi pratica retrogaming, essendo la risoluzione nativa dei titoli decisamente inferiore rispetto a quella del televisore.