DLC

Fallout 4: Automatron

di: Simone Cantini

Fallout 4 l’ho atteso con ansia, solo per rimanere in parte profondamente deluso da una struttura che è sembrata sin troppo avviluppata su se stessa. Privo di quel guizzo capace di farmelo idolatrare alla follia, l’ultima fatica di Bethesda si è da poco arricchita del primo DLC dedicato, compreso in quel Season Pass protagonista di un non certo felice, quanto repentino, ritocco in corsa del prezzo. Vediamo se con questo piccolo antipasto, chiamato Automatron, lo studio è riuscito a correggere almeno in parte i difetti del suo blockbuster.

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I, Robot

Antagonista di questa, purtroppo, sin troppo breve mini avventura è il Meccanista, una misteriosa figura apparsa improvvisamente nel Commonwealth e al cui comando troviamo schiere corpose di letali robot. Una volta captata la richiesta di aiuto di una carovana ed averne assistito allo sterminio da parte delle metalliche creature, faremo la conoscenza di Ada, una macchina umanoide dotata di una rudimentale coscienza che ci chiederà di aiutarla a vendicare i propri compagni trucidati dalle armate del Meccanista. La piccola campagna di Automatron non brilla certo per originalità, ma vanta una scrittura dei dialoghi davvero ottima, a cui vanno ad unirsi le consuete sotto trame accessorie in cui è come sempre possibile imbattersi scartabellando tra i documenti sparsi nelle nuove aree di gioco. Purtroppo, e qua iniziamo ad addentrarci nello spinoso reame dei difetti, queste non costituiscono certo una boccata di aria fresca per Fallout 4, finendo per il risultare troppo in linea con quelle ampiamente sviscerate nella quest principale. Ed è un peccato, specie se confrontate con le differenti derive ambientali e narrative che eravamo riusciti a sperimentare con successo nei DLC del precedente capitolo regolare. La storyline del Meccanista scorre quindi via priva di particolari sussulti, tra l’altro anche troppo in fretta: in poco più di tre ore saremo riusciti a fare luce sulla natura di questo curioso individuo e a poco serviranno le missioni opzionali (ripetitive in piena salsa Minutemen e compagnia) che, di fatto, aggiungono ben poco all’esperienza complessiva. Laddove, invece, il team sembra essersi voluto focalizzare con maggiore cura è nell’amato/odiato sistema di crafting: grazie all’utilizzo di una nuova struttura sarà ora adesso possibile realizzare dei nostri automi personali, interamente customizzabili a patto di aver recuperato sul campo la tecnologia necessaria. Tale possibilità potrà essere sfruttata anche da Ada, a tutti gli effetti un nuovo compagno utilizzabile, che potrà essere liberamente upgradata a nostro piacimento. Un’idea interessante, che conferma ancor di più come Bethesda abbia davvero puntato forte sulle possibilità costruttive di questo Fallout 4. La piattaforma di creazione robot, però, può anche rappresentare un fastidioso ostacolo per tutti coloro che non si sono fatti rapire da questa deriva simil Minecraft: i materiali richiesti per la sua costruzioni sono numerosi e in loro mancanza, trattandosi di un elemento bloccante per il proseguo della campagna di Automatron, potrebbe far trascorrere un po’ troppo tempo nella ricerca delle componenti necessarie alla sua realizzazione. Non proprio il massimo del divertimento se in noi non alberga l’anima di un piccolo ingegnere.

Promosso per il rotto della cuffia, ma più per la bontà del suo universo collaterale che per la sua effettiva qualità complessiva. Considerandolo per un attimo avulso dal Season Pass, considerando che per portare a casa Automatron sono richiesti 9,99 Euro il rapporto qualità/prezzo appare quanto mai sbilanciato. Tre ore scarse di gioco, in assenza di novità ben più corpose della possibilità di personalizzare i propri robot, sono un po’ poche per giustificare l’esborso. Al momento il giudizio sui DLC di Fallout 4 è rimandato all’uscita di Far Harbor, che stando alle parole del buon Pete Hines si prospetta di ben altra caratura. Staremo a vedere.