DLC

Dark Souls 3: Ashes of Ariandel

di: Simone Cantini

Non c’è mai fine alla sofferenza, alla morte, al desiderio di vivere costantemente sul filo del rasoio, in bilico tra il successo e la più crudele delle dipartite. Muovere un passo alla volta, cautamente, lo scudo stretto in pugno e la spada pronta a colpire. Il respiro è lento e cadenzato, il passo lieve, quasi come se si avesse il timore di risvegliare bruscamente un male ancestrale. E cade la neve. Bianca, candida e gelida neve. Passano pochi attimi, si ode un crepito, poi un urlo improvviso squarcia quel silenzio irreale. L’arma cade, il corpo si affloscia e la neve, la candida e gelida neve, inizia lentamente a tingersi di un rosso vivo. Questo è Dark Souls 3: benvenuti ad Ashes of Ariandel.

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Ripercorrere le tracce

Hidetaka Miyazaki e soci ci avevano decisamente abituato bene con i DLC. La qualità delle espansioni a pagamento rilasciate per i primi due Dark Souls e la new entry Bloodborne si sono rivelate, alla prova dei fatti, davvero degne di nota. Appare quindi logico che le aspettative nei confronti degli add-on dedicati al terzo episodio del popolare franchise From Software fossero decisamente elevate, memori della sadica cura che la compagnia nipponica aveva sempre riservato ai suoi masochistici fan. E sotto certi aspetti Ashes of Ariandel non tradisce le attese, anche se andando a bilanciare tutti i vari pro e contro il risultato finale lascia davvero con l’amaro in bocca. Il difetto principale di questa breve digressione, difatti, risiede tutto in una fastidiosa sensazione di già visto, elemento che in parte aveva caratterizzato anche l’episodio base e che ritorna adesso con estrema prepotenza. Già l’incipit narrativo richiama alla mente un episodio vissuto e giocato anni fa, così come l’accesso all’area opzionale, utile a sbloccare il nuovo comparto competitivo, sfrutta un espediente presente già nello stesso Dark Souls 3. Le medesime aree di gioco inserite per l’occasione in Ashes of Ariandel non sprizzano certo per originalità: pur ispiratissime e frutto della commistione stilistica tra il dark fantasy della serie e le atmosfere malate e vittoriane di Bloodborne, la sensazione di stare calpestando sentieri già battuti è sempre presente. Nel complesso abbastanza deludente anche la durata complessiva del DLC, davvero risicata se confrontata con il prezzo di vendita (al netto del Season Pass) e la longevità delle vecchie espansioni: prendendosela decisamente comoda ed esplorando con calma tutti gli anfratti, in circa 5 ore avremo già sviscerato tutto quanto Ashes of Ariandel ha da offrire. Chiude il cerchio delle criticità la difficoltà complessiva, non certo proibitiva, che pare puntare troppo sulla quantità piuttosto che sulla qualità generale: al netto di alcuni mob davvero bastardi, generalmente ci troveremo a fronteggiare un numero spropositato di avversari modesti, che hanno nel numero la loro forza maggiore. Appare dunque evidente come i punti di forza dell’add-on risiedano in maniera preponderante nel level design complessivo, questo sì davvero ispirato e meraviglioso. L’area di gioco ha una struttura estremamente complesse e ottimamente studiata, ricca di scorciatoie intelligenti ed imprevedibili, così come di crudeli passaggi capaci di illudere ma che, alla fine della fiera, rappresentano solo un inno al sadismo di Miyazaki e soci. Notevoli anche i due boss, che hanno nel principale un avversario davvero tosto che, complice anche la struttura dello scontro, potrebbe portarvi a creare nuove forme di imprecazione.

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Più sangue per tutti

Una delle feature introdotte da Ashes of Ariandel  maggiormente sponsorizzate è stata, senza dubbio, la rinnovata modalità multigiocatore. Affrontando il boss opzionale, difatti, verrà sbloccata la possibilità di accedere a particolari arene per il PvP, all’interno delle quali si potranno sfidare gli altri giocatori. Gli scontri potranno variare dal classico uno contro uno, a deathmatch collettivi per sei player, fino a giungere a battaglie tra due squadre. Interessante notare come, in simili situazioni, sia regolamentato l’uso dell’Estus che, grazie alla limitazione degli utilizzi, garantisce la correttezza delle tenzoni, evitando lo spamming selvaggio delle cure. L’idea alla base di questo rinnovato PvP funziona, ma spiace davvero notare come una simile rivoluzione sia stata introdotta tramite un DLC a pagamento, piuttosto che come patch gratuita.

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Dopo tutto il sangue e le anime versate non posso che dirmi sostanzialmente deluso da questo Ashes of Ariandel, DLC davvero sotto tono se confrontato con le precedenti espansioni a pagamento riservate ai titoli From Software. Al netto di una realizzazione stilistica di eccellente fattura e di un level design ispiratissimo e a tratti geniale, questa inedita avventura ha tutto il sapore di svogliato compitino, quasi una sorta di inno al riciclo creativo, non certo lenito da una longevità anche essa troppo esigua. Ben venga la nuova modalità PvP, ben trovati i due nuovi ed interessanti boss, ma se davvero vuole chiudere con il botto la trilogia dei Souls, Miyazaki-san farebbe bene a rimboccarsi le maniche in vista del DLC conclusivo.