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Destiny – Il Re dei Corrotti

Non è facile abbandonare il brand che ti ha reso universalmente conosciuto e rispettato e lanciarsi in una nuova avventura, sviluppando una IP inedita che, almeno nelle intenzioni, è mossa dalla volontà di portare avanti il lustro inaugurato dal celebre Halo. Eppure, a dispetto di scetticismi più o meno giustificati, Bungie pare proprio aver fatto centro con Destiny. Certo, la partenza non è stata esente da alcuni intoppi, ma se a distanza di un anno siamo ancora a parlare di questo complesso MMOFPS, forse, del buono ce ne è davvero: magari non sarà statisticamente rilevante, ma se dal day one ad oggi non è passato giorno che almeno una paio di persone della mia corposa lista amici non fosse impegnato a scorrazzare in compagnia dei Gurdiani, un motivo ci dovrà pur essere. E quello che andiamo a trattare oggi risponde al nome di Il Re dei Corrotti.

di: Simone Cantini

Non è facile abbandonare il brand che ti ha reso universalmente conosciuto e rispettato e lanciarsi in una nuova avventura, sviluppando una IP inedita che, almeno nelle intenzioni, è mossa dalla volontà di portare avanti il lustro inaugurato dal celebre Halo. Eppure, a dispetto di scetticismi più o meno giustificati, Bungie pare proprio aver fatto centro con Destiny. Certo, la partenza non è stata esente da alcuni intoppi, ma se a distanza di un anno siamo ancora a parlare di questo complesso MMOFPS, forse, del buono ce ne è davvero: magari non sarà statisticamente rilevante, ma se dal day one ad oggi non è passato giorno che almeno una paio di persone della mia corposa lista amici non fosse impegnato a scorrazzare in compagnia dei Gurdiani, un motivo ci dovrà pur essere. E quello che andiamo a trattare oggi risponde al nome di Il Re dei Corrotti.

Una nuova minaccia

È innegabile come Il Casato dei Lupi e L’Oscurità dal Profondo non abbiano segnato in maniera decisamente positiva l’esistenza di Destiny: a dispetto di un prezzo non proprio contenuto, difatti, le migliore apportate dai primi due DLC destinati alla nuova epopea Bungie avevano fatto storcere più di una bocca. È per questo motivo che i fan e la critica attendevano lo studio al varco con questo Il Re dei Corrotti, l’add on che sancisce ufficialmente il debutto della versione 2.0 dell’ambizioso FPS. E lo fa andando innanzitutto a colmare una delle lacune più macroscopiche di Destiny, presentando uno storyline finalmente narrato in maniera convincente e che, grazie all’aiuto di pregevoli e ben studiati intermezzi cinematici, finisce per chiarire oggi più che mai alcuni degli aspetti più importanti dell’universo di gioco. La caccia ad Oryx, padre di quel Crota che tutti i Guardiani più devoti sicuramente non hanno dimenticato, porterà i guerrieri della Luce a ripercorrere sentieri che, per quanto già battuti, non lesineranno porzioni ad oggi inedite. A queste zone in cui l’effetto deja vu sarà comunque marcato, andrà ad affiancarsi una nuova e complessa location, l’Astrocorazzata della Corte di Oryxorbitante attorno agli anelli di Saturno. Certo, il sottoscritto non avrebbe disdegnato anche una scappata sulla superficie di Mercurio, sin dagli esordi la mia zona di guerra preferita (seppur limitata al PvP), ma mi rendo conto che non si può avere tutto…
Ovviamente non mancheranno quattro nuovi Assalti che, grazie anche al celebre Cala la Notte, costituiranno una sfida notevole per tutti i giocatori, oltre ad andare a rimpolpare una playlist finalmente degna di tale nome.

Rinascita

Aspettarsi una nuova campagna e relative aggiunte era, ovviamente, più che lecito. Comunque non è in questo prevedibile aspetto che risiedono le caratteristiche più complesse di questo Il Re dei Corrotti. Facendo tesoro dei feedback ricevuti dalla community, difatti, Bungie ha visto bene di rivedere completamente la struttura della gestione del personaggio, andando a modificare in primis uno dei punti più esposti alle criticità: la crescita del Guardiano adesso risulta più immediata e la crescita del valore di Luce assume una coerenza maggiore. Da oggi in poi tale indice, vero incubo della prima stagione della creatura di Bungie, sarà determinato dalle statistiche del nostro equipaggiamento, il cui drop rate (deo gratias!) è stato sensibilmente rivisto: dite addio ad estenuanti sessioni di ore che si concludevano con un misero bottino. Completamente rivista anche la gestione delle attività collaterali, siano esse sub quest o taglie, che adesso sarà possibile gestire e riscattare direttamente dalla pagina del giocatore. Logica revisione anche quella subita dai marchi del Crogiolo e dell’Avanguardia, adesso riuniti sotto un unico contatore. L’anno due di Destiny ha portato anche ad una crescita dei vari NPC che popolano la Torre e l’Atollo, adesso maggiormente caratterizzati: può sembrare un aspetto marginale, ma contribuiscono non poco a migliorare la resa complessiva dell’universo di gioco. Tra questi, a subire il mutamento maggiore, è stato l’Armaiolo, fino ad oggi personaggio decisamente marginale a causa di equipaggiamenti non certo degni di rivaleggiare con Xur e i vari drop: tale figura adesso beneficerà di un proprio livello di affinità, il quale potrà essere aumentato testando sul campo i prototipi che ci metterà a disposizione. Ovviamente è superfluo sottolineare come incrementare simile valore porti a sbloccare armi sempre più potenti. Ad una così massiccia rinfrescata generale non potevano di certo sottrarsi gli equipaggiamenti (completamente ribilanciati) che adesso, grazie al sistema dell’Infusione, potranno essere combinati tra loro per incrementarne le statistiche. Chiude il ciclo di variazioni l’inserimento di una nuova classe di oggetti (gli Artefatti), nuove skin per lo Spettro che permetteranno di accedere ad abilità passive e una nuova specializzazione per ciascuna delle tre classi. Insomma, di carne al fuoco ce ne è parecchia.

Guardiani all’attacco

Essendo Destiny un titolo che spinge prepotentemente sull’esperienza online, non poteva mancare una revisione che andasse ad impattare anche gli aspetti competitivi e cooperativi del titolo. Il Crogiolo ha visto ampliato, come prevedibile, il numero di mappe a disposizione, grazie all’aggiunta di scenari inediti e di indubbia fattura. A queste si sono aggiunte tre modalità di gioco inedite: Frattura ci vedrà impegnati a portare una scintilla all’interno di uno spot posto nella base avversaria, nel tentativo di segnare più punti possibile (anche solo correre tenendo in mano il manufatto incrementerà il counter); in Pandemonio la velocità di carica di mosse speciali e il respawn delle munizioni pesanti sarà esponenzialmente incrementata, fattore che darà origine a caotiche risse in cui la violenza bruta lascerà da parte ogni tatticismo; chiude il cerchio Recupero, che ci vedrà impegnati nel mantenimento di alcuni artefatti che andranno a comparire in maniera randomica sulla mappa. Rivisto ed ampliato anche il numero di eventi PvE in cui sarà possibile imbattersi scorrazzando durante le operazioni di pattuglia, i quali ci permetteranno di affrontare anche nemici decisamente ostici da domare.

Saremo maliziosi, ma alla luce di quanto messo in campo dal Re dei Corrotti viene spontaneo chiedersi se non fosse questo il Destiny che, sin dagli inizi, avrebbe dovuto fare la comparsa sulle nostre macchine da gioco. Rifinita sotto tutti i punti di vista, l’esperienza che ci viene proposta oggi da Bungie risulta veramente difficile da attaccare. La gestione del personaggio si è, finalmente, messa al riparo dalle comprensibili critiche degli scorsi mesi, le attività accessorie sono adesso presenti in numero decisamente corposo e la progressione del personaggio è finalmente lontana anni luce dai ritmi lentissimi che la avevano sino ad oggi caratterizzata. Inutile girarci ancora attorno: se non lo avete mai amato, forse questo è il momento migliore per (ri)dare una chance a Destiny. Se invece fate parte degli irriducibili fan di questo primo anno, sono più che sicuro che avrete già iniziato la caccia ad Oryx ancor prima di leggere queste righe.