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Batman Arkham City: Harley Quinn’s Revenge

Batman Arkham City è stato senza dubbio uno dei giochi più intriganti di tutto il 2011. I suoi DLC un po' meno. Dopo averci proposto sfide di dubbia utilità, costumi assortiti e personaggi aggiuntivi per le modalità di contorno, i Rocksteady ci propongono di tornare ad Arkham City con un'inedita appendice della storia principale, tutta dedicata alla folle Harley Quinn e la sua vendetta.

di: Nicola "Wanicola" Caso

Batman Arkham City è stato senza dubbio uno dei giochi più intriganti di tutto il 2011. I suoi DLC un po’ meno. Dopo averci proposto sfide di dubbia utilità, costumi assortiti e personaggi aggiuntivi per le modalità di contorno, i Rocksteady ci propongono di tornare ad Arkham City con un’inedita appendice della storia principale, tutta dedicata alla folle Harley Quinn e la sua vendetta.

La vedova allegra

Trattandosi di un extra che prende piede subito dopo le vicende della storia principale, il nostro suggerimento è quello di non proseguire oltre con la lettura a meno che non abbiate già sventato la minaccia di Joker e Strange ad Arkham. Lungi dall’essere presentato come il vero finale del gioco, Harley Quinn’s Revenge si configura come un’estensione totalmente distaccata dalla struttura di gioco canonica, occupando una finestra apposita nel menù di selezione della modalità in maniera non dissimile dalle sfide di Riddler o la storia di Catwoman.

Una volta avviato il capitolo, senza molti fronzoli, il giocatore è catapultato nei panni del giovane Tim Drake (il terzo Robin della continuity) alla ricerca del proprio mentore scomparso due giorni prima mentre svolgeva una normale missione di soccorso all’interno di Arkham City. Una storia da poche pretesee, purtroppo, anche dai pochi risvolti. Come è facile intuire, dietro la misteriosa sparizione si cela ovviamente lo zampino della vedova Quinn, in evidente stato di shock dovuto alla morte di Joker, di cui ovviamente non poteva che essere incolpato il Cavaliere Oscuro. Unplot narrativo appena abbozzato ben lontano dai fasti a cui ci aveva abituati l’avventura principale, ma per lo meno funzionale a introdurre l’unica vera e importante novità in grado di giustificare questo DLC: l’utilizzo del Ragazzo Meraviglia.

 

Indovina indovinello, chi ha paura del Pettirosso?

Sin da quando Robin (e con lui Nightwing) sono stati resi utilizzabili per la modalità sfida i giocatori non hanno fatto altro che chiedere degli episodi di trama espressamente dedicati a questi personaggi secondari. Come BatmanRobin corre, salta, plana, usa il rampino, lancia gli shuriken e picchia come un fabbro, ma a differenza del pipistrello, il pettirosso è in grado di ricorrere a una diversa dotazione bellica che a conti fatti ne fanno un personaggio leggermente differente. Se si esclude il bastone e lo stile di combattimento più improntato alle acrobazie (che comunque si utilizzano alla stessa maniera di Batman), l’unica vera novità introdotta riguarda l’utilizzo di uno scudo antiproiettile utile per venire a capo di alcune torrette automatiche e con il quale divertirsi a fare stragi degli sgherri di Harley, per l’occasione più armati e agguerriti che in passato.

A dare maggior risalto alle fasi con Robin ci pensano gli occasionali cambi con Batman, il quale dividerà con il suo assistente metà dell’avventura alternandosi grazie a flashback e missioni apposite. Trattandosi di un DLC da neanche 1 GB di spazio era logico aspettarsi che a venir sacrificata sarebbe stata la componente esplorativa (qui ridotta alla sola zona dell’acciaieria di Joker e a una manciata di nuove stanze), ma rimane comunque un peccato vedere ridotti al minimo sia la durata in sé delle vicende, che gli enigmi ambientali, con una boss fight finale equiparabile all’orripilante scempio visto nei capitoli dedicati a Catwoman. L’idea di trovarsi di fronte a una serie di sfide predatore e combattimento cucite assieme e condite da un bricciolo di storia, insomma, è difficile da scacciar via.

(S)consigli per gli acquisti.

Come sempre quando ci si trova a dover valutare questo genere di operazioni commerciali, il rapporto qualità/prezzo è sempre il fattore preponderante che ne decreta la riuscita o meno. SeRockstar con Red Dead Redemption è riuscita a tirar fuori quel piccolo miracolo che risponde al nome di Undead Nightmare, non vediamo perchè software house altrettanto talentuose non debbano riuscire nell’impresa di creare qualcosa di ugualmente valevole. 2 ore di pestaggi già fatti ed enigmi già visti, sostenuti da una trama appena accennata la cui unica alternativa è quella di far scoppiare palloncini ne fanno un prodotto “monco” e mal integrato con il resto del gioco. Per di più venduto a 800 Microsoft Points (10 Euro circa). Meglio aspettare la versione GOTY del gioco che a prezzo budget è in grado di offrire questo e gli altri contenuti scaricabili attualmente disponibili.