Anteprima

Control

di: Simone Cantini

Dopo anni passati in stretta sinergia con Microsoft, un felice e prolifico periodo che ha visto nascere perle del calibro di Alan Wake e Quantum Break, i ragazzi di Remedy hanno deciso di staccarsi dal colosso di Redmond, per tornare a sviluppare su più piattaforme. L’idea di ampliare il proprio raggio d’azione, non limitando il proprio estro creativo ad una sola macchina, è evidenziato dalla volontà di non concentrarsi più su di un singolo progetto alla volta, ma è innegabile come sia proprio Control, del trittico di produzioni attualmente in cantiere, quella più stuzzicante del gruppo, oltre che la più prossima a vedere finalmente la luce. Approfittiamo, quindi, per fare un po’ il punto della situazione relativamente a questo intrigante action.

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Un nuovo modo di raccontare

L’idea alla base di Control sembra affondare saldamente le proprie radici nell’eredità videoludica che è riuscita a tramandare Quantum Break, visto il modo in cui Sam Lake e soci hanno pensato di portare su schermo l’azione. Nel nuovo lavoro del team scandinavo vestiremo i panni di Jesse Faden, una ragazza in possesso di particolari facoltà che le permettono di entrare in contatto con un universo alieno. Emarginata proprio per questa sua manifesta diversità, Jesse finirà per venire reclutata dal Federal Bureau of Control, uno speciale dipartimento che si occupa dei fenomeni paranormali. Una volta giunta nel quartiere generale della struttura, denominato The Oldest House, la situazione precipiterà in maniera repentina, visto che il luogo è infestato da quella che viene chiamata The Hiss, un’entità sconosciuta responsabile di uno scompenso dimensionale che ha finito per mettere letteralmente a soqquadro la base del Federal Bureau of Control, tramutandone gli occupanti in letali minacce. È a questo punto che Jesse verrà nominata bruscamente direttrice del tutto, e spetterà a lei rimettere a posto le cose. Per quanto le premesse non brillino per originalità marcata, quasi una vera anomalia per il pedigree Remedy, a spiccare sarà il modo in cui il tutto sarà narrato, che si discosterà prepotentemente dalle corpose storie dello studio, optando per un dispiegamento più criptico e trasversale. La conferma di questo inedito modus operandi arriva direttamente da Brooke Maggs, narrative director del titolo, che ha evidenziato come la storia verrà approfondita principalmente per mezzo di diari e documenti, senza però che tutti i dubbi vengano sciolti apertamente. Si tratta di una scelta voluta dal team, che vuole così spingere i giocatori a fornire una propria e personale visione di quanto si troveranno a vivere in prima persona. Resta da vedere, vista l’alta qualità della scrittura che ha sempre caratterizzato i lavori Remedy, se questa si rivelerà una scelta felice oppure no.

L’eredità dei sogni

A proseguire la tradizione inaugurata anni fa con Max Payne, è il gameplay di Control, che si prospetta come la versione ampliata e pompata del classico modus giocandi targato Remedy e che, per assonanza in quanto a tematiche e poteri, dovrebbe apparire come la naturale evoluzione di quanto apprezzato in Quantum Break. Ciò si può ipotizzare dalle capacità sovrannaturali che Jesse possiede, che le permetteranno di sfruttare la telecinesi, volare e modificare in modo attivo e dinamico l’ambiente di gioco. Proprio quest’ultimo avrà un ruolo fondamentale nella struttura di Control, al punto da divenirne una sorta di protagonista aggiunto: Jesse potrà utilizzare ogni singolo elemento presente sulla scena, anche il più marginale, così da poterlo impiegare a proprio piacimento per sconfiggere le varie minacce. Sarà possibile, ad esempio, sfruttare l’arredamento per creare una sorta di scudo fluttuante, oppure srdicare pareti e pavimento per erigere coperture temporanee, ma il team ha promesso infinite possibilità di approccio. Questo andrà ad impattare in modo evidente sulla struttura delle mappe e sul comportamento dei nemici, per i quali i ragazzi di Remedy hanno sviluppato un nuovo sistema di intelligenza artificiale adattivo, in grado di regolare le capacità degli avversari in base al modo in cui Jesse andrà ad agire sull’ambiente, così da proporre sempre una sfida adeguata alla situazione in corso. L’assenza di una planimetria univoca dei vari piani che compongono il quartier generale del Federal Bureau of Control, rende il tutto alquanto imprevedibile, facendo assumere a Control i contorni di un’esperienza sandbox meno lineare e scontata. La volontà di mutare continuamente le forze in gioco è evidenziata anche dalla Service Weapon, l’arma a disposizione di Jesse, che potrà assumere le forme più disparate, così da adattarsi ad ogni tipologia di nemico incontrato, le cui potenzialità potranno essere ulteriormente espanse per mezzo di svariate modifiche accessorie. Confermata, inoltre, la presenza di un set di missioni secondarie, utili per approfondire la lore del gioco e sviscerare le storie di alcuni personaggi secondari, ma che godranno di una dignità pari a quella della progressione principale, anche in virtù di alcune boss battle peculiari e alla possibilità di garantirci l’accesso ad abilità uniche. Sì, perché Jesse potrà ovviamente ampliare le proprie possibilità di offesa anche per mezzo dei citati poteri, che starà a noi riuscire a conquistarci sul campo, sia proseguendo nella campagna che cimentandoci in attività collaterali.

A metà strada tra esperimento e ideale prosecuzione della propria storia, Control si prepara a debuttare tra pochi mesi sulle nostre console forte dell’hype che, almeno a livello puramente personale, accompagna da sempre le produzioni Remedy. Se sul gameplay, visti i trascorsi di Sam Lake e soci, i dubbi non possono che essere velleitari, è sul fronte della narrazione che allo stato attuale delle cose ho qualche perplessità, visto il ruolo centrale che questa ha sempre rappresentato nell’economia dei titoli dello studio. È anche vero che, però, tanta risulta essere la curiosità di scoprire come i papà di Alan Wake abbiano scelto di stravolgere uno dei loro marchi di fabbrica più noti ed apprezzati. Quello che è certo è che questa estate si prospetta davvero interessante, anche dal punto di vista puramente videoludico.