Anteprima

Alice: Madness Returns

American McGee's Alice e' stato forse uno dei prodotti piu' azzardati ed interessanti del 2000. Sviluppato dal celebre game designer americano American James McGee in esclusiva per PC, il titolo Electronic Arts uni' in una sinossi violenta e macabra le storie partorite dal genio di Lewis Carroll e dal suo “Paese delle Meraviglie” con le atmosfere sanguinolente e distorte in cui la violenza ed il sangue la facevano da padroni. Ora, a distanza di oltre 10 anni, e' la volta di Alice: Madness Returns. Scopriamolo insieme!

di: REdeiDESIDERI

Molti di voi forse non sapranno nemmeno di cosa stiamo parlando, ma American McGee’s Alice è stato forse uno dei prodotti più azzardati ed interessanti del 2000. Sviluppato dal celebre game designer americano American James McGee in esclusiva per PC, il titolo Electronic Arts unì in una sinossi violenta e macabra le storie partorite dal genio di Lewis Carroll e dal suo “Paese delle Meraviglie” con le atmosfere sanguinolente e distorte in cui la violenza ed il sangue la facevano da padroni. Ora, a distanza di oltre 10 anni, McGee ha finalmente accolto le richieste di tutti quegli utenti che da anni richiedevano a gran voce un nuovo Alice, o magari anche solo un remake del primo capitolo, che portasse l’estatica e bellissima violenza del titolo originale nell’era dell’alta definizione. In collaborazione con Spicy Horse e, ancora una volta, Electronic Arts, American McGee’s Alice ritorna finalmente sui nostri schermi grazie ad un sequel diretto della prima avventura chiamato Alice: Madness Returns. Siete pronti a perdervi di nuovo nei macabri reami del Paese delle Meraviglie?
In occasione dello showcase di EA tenutosi recentemente in quel di San Francisco, l’eclettico sviluppatore ne ha approfittato per darci qualche nuova informazione sul suo attesissimo titolo che, in uscita il prossimo 14 giugno prossimo, si è presentato in una forma tanto ammaliante quanto smagliante. Chiudete gli occhi e seguiteci, scenderemo ancora una volta nell’oscura e profonda tana del Bianconiglio…

“Twinkle, twinkle, little bat!
How I wonder what you’re at!
Up above the world you fly,
Like a tea tray in the sky.
Twinkle, twinkle, little bat!
How I wonder what you’re at!”


Come detto in apertura, Madness Returns si propone come un seguito diretto delle avventure di Alice proposte nel primo capitolo. Ritornata da Wonderland della precedente avventura con la psiche a pezzi, Alice ha portato con sé per anni il peso dell’orrore vissuto. Sopravvissuta alla misteriosa morte dei genitori, la ragazza è caduta in una profonda depressione, passando la sua infanzia tra ospedali, psichiatri e medici vari. Nella testa mille e più affreschi di follia e dolore: chi ha ucciso i suoi genitori, e perché? Il viaggio nel Paese delle Meraviglie è stato un’illusione o quel che di macabro ha vissuto la ragazza è frutto della realtà? È con questi interrogativi che Alice decide di raggruppare i frammenti della sua memoria per catapultarsi di nuovo a Wonderland. Un regno più che mai in pezzi dove i ricordi del passato si scontrano senza logica alcuna, tanto da convincere la giovane a ricostruire ciò che le successe in passato imbarcandosi in una nuova, folle avventura.

Qui comincia dunque il viaggio di Alice e del giocatore. La domanda a questo punto è una: parliamo di un mero pretesto per poter imbastire una seconda avventura dell’oscura fiaba di McGee o possiamo attenderci un qualche barlume di profondità nel plot imbastito da Spicy Horse? Difficile dirlo adesso, fatto sta che, nonostante i dubbi, l’onirico viaggio di Alice all’interno della sua stessa psiche ha comunque il suo fascino, soprattutto per chi vi si approccerà per la prima volta. Una psiche sconnessa e frammentata, da cui nasce una traversata che non solo ci porterà a riscoprire l’orrorifica Wonderland immaginata nel primo capitolo ma anche tutti i suoi contorti e malati personaggi. Potremmo quindi girovagare per le oscure Queenland o magari per il giardino del Brucaliffo o, ancora, incontrare il Cappellaio Matto e lo Stregatto. Come il suo predecessore, anche Madness Returns attinge a piene mani dalla narrativa di Carroll per creare un mondo bellissimo e pericoloso in cui, tra l’altro, si aggirano tantissime creature nuove e letali, pronte a farci la pelle con i mezzi più disparati: teiere, pezzi degli scacchi, carte da gioco e quant’altro si possa immaginare usino gli stravaganti personaggi partoriti dai racconti dello scrittore inglese per trasformarsi in dispensatori di morte.

“Beware the Jabberwock, my son!
The jaws that bite, the claws that catch!
Beware the Jubjub bird, and shun
The frumious Bandersnatch!”


Per ciò che concerne il gameplay, abbiamo potuto saggiare diverse sezioni di gioco nonché buona parte del sistema di controllo che, oggi come ieri, porta il titolo EA su binari decisamente action. Anche stavolta il cuore pulsante dell’opera è un sapiente mix di ampie sezioni di combattimento coadiuvate da una buona dose di esplorazioni e sezioni platform che ci permetteranno, oltre che sperimentare la bellezza di una Wonderland di “burtoniana” memoria, anche di scovare collezionabili, segreti e quant’altro ci si aspetterebbe in un titolo a base di piattaforme tridimensionali vecchio stampo. Così come allora, il titolo EA gode di un connubio perfetto tra scontri ed esplorazione, proponendo all’utente tanti rimandi al primo capitolo ma anche alcune interessanti novità. Alice è tenace, agguerrita, e la presentazione EA non ha mancato di evidenziare una delle caratteristiche salienti del nuovo gameplay imbastito da Spicy Horse: la varietà.

Armata fino ai denti, Alice dispone di un ampio set di mosse ed armi che le permettono di tenere testa più che degnamente alle molteplici creature imbastite dagli sviluppatori: da un semplice coltello ad un martello ricavato dal cavallo degli scacchi, sino ad un set di teiere sputafuoco decisamente utili per dare una lezione ai nemici sulla lunga distanza. Nel suo ricercatissimo stile grafico, Madness Returns propone quelli che sono i canoni di ogni buon action, mettendo nelle mani del giocatore tanta sostanza ma anche tantissima varietà, senza risparmiare agli occhi del giocatore i frutti di una ricerca stilistica d’altri tempi, in cui ogni arma ed ogni dettaglio hanno il suo personalissimo perché. E se una teiera che spara letali proiettili di tè non è abbastanza, largo a conigli esplosivi, pozioni magiche e caffettiere-lanciagranate. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, senza dimenticare i canoni tipici di questo genere di titoli, in cui combo articolate si mescolano ad attacchi leggeri e pesanti, nonché a parate (sotto forma di un ombrello!) e schivate, qui nelle vesti di vera e propria novità per la serie. Quest’ultima – tra l’altro esteticamente molto gradevole, e rappresentata da una trasformazione di Alice in un nugolo di farfalle colorate – permetterà com’è ovvio di scansare i colpi avversari, ma anche e soprattutto di gestire al meglio le battaglie più concitate. Queste infatti sono state pesantemente arricchite sia per numero dei nemici che per varietà, tanto che gli ostili, oltre ad essere specializzati in diverse tipologie di attacchi, collaboreranno al meglio per la sconfitta di Alice. Stando agli sviluppatori, inoltre, non mancherà né un sistema di sviluppo delle capacità della protagonista (su cui per ora McGee ha voluto tacere), né tante nuove armi e abilità che si renderanno disponibili progredendo nell’avventura. Dulcis in fundo, il gioco è ancora un titolo dalla forte componente esplorativa in cui non mancheranno ampie sezioni dedicate ad un po’ di sano platforming e, ovviamente, interessanti puzzle ambientali. E se i salti (doppi e non), uniti ad anfratti e collezionabili saranno all’ordine del giorno, quel che di nuovo è stato introdotto su questo versante è la possibilità per Alice di rimpicciolirsi, cosicché la nostra sanguinaria eroina possa sia passare inosservata, sia passare attraverso anfratti altrimenti inaccessibili, come un buco o una serratura. Non è mancata poi la presentazione di un bellissimo inseguimento dove, con una telecamera dinamica, il giocatore doveva scappare da un’enorme carta munita di una picca, salvo poi raggiungere un pezzo di torta, mangiarlo e… ingigantirsi tanto da schiacciare il nemico! Le idee, insomma, non sembrano mancare al team di sviluppo che, almeno sino a questo momento, si è dimostrato all’altezza delle aspettative dei fan e del pubblico più in generale. Unico neo riscontrato è la cattiva gestione della telecamera. Decisamente inadeguata, soprattutto in occasione di quelle sessioni platform ricche di salti o dei combattimenti più efferati, in cui la telecamera proprio non riesce a tenere il passo dei rapidissimi movimenti di Alice.